15-04-2016

“Sicily. A Desire for Void to Exist”, Diego Perez.

Lo studente di architettura italiano Diego Perez, d'origine siciliana, indaga la sua terra, mettendo in mostra una Sicilia agreste dove il vuoto diventa tangibile in paesaggi dalla forza metafisica.



“Sicily. A Desire for Void to Exist”, Diego Perez. Lo studente di architettura italiano Diego Perez, d'origine siciliana, indaga la sua terra, mettendo in mostra una Sicilia agreste dove il vuoto diventa tangibile in paesaggi dalla forza metafisica.

La Sicilia nell'immaginario comune, specialmente fuori dall'Italia, è: una famosa meta turistica, un'isola nota per il mare, per le sue città e il patrimonio archeologico, nonché per le sue prelibatezze culinarie. Se invece allarghiamo la nostra visuale e ci facciamo condurre da Diego Perez, giovane architetto italiano nonché grande amante della fotografia e della pittura, in un viaggio nell'entroterra siciliano scopriamo un mondo assolutamente diverso. Una scoperta che ci mette di fronte al potere comunicativo della fotografia anche quando racconta del vuoto. Però in questo autore non un vuoto di forma, ma un vuoto percettivo, ovvero quello pieno di emozioni.
In effetti Diego Perez chiama la sua ricerca “Sicily. A Desire for Void to Exist” e le immagini che condivide con noi, il risultato di lunghi viaggi nella campagna siciliana, immortalano dei paesaggi che nel loro impatto visivo rimandano a quadri metafisici, quelli dove pensiero e storia si unisco in un vuoto temporale, costringendo chi osserva a pensare.
Si rimane così sbalorditi dinnanzi a scorci ripresi da Diego Perez, in quanto sembrano uscire dalla tavolozza di De Chirico, rendendo visibile quel vuoto simile alle tele del famoso pittore italo-greco. Qui gli oggetti fisici, o metafisici, sono architetture rurali distribuite nello spazio, segni dell'attività umana che rendono manifesta quella sensazione di vuoto in grado di dare profondità alla superficie creativa della fotografia, invadendo e coinvolgendo la sfera intima dell’osservatore.
Gli orizzonti agresti infiniti, la natura modellata dall'uomo diventano in queste immagini la tela stessa delle nostre proiezioni, quelle dove sarebbe facile perdere l’orientamento se non ci fosse a guidare il nostro sguardo il progetto del fotografo. L’autore riesce così a coinvolgere il nostro io interiore senza però farci sconfinare in un mondo onirico. Allora l'assenza della presenza nelle foto silenziose di Diego Perez viene colmata dall'introspezione, quella in grado di scatenarsi attraverso la visione dell'immensità della natura, dal calore inclemente, dagli alberi piegati dal vento o dal profumo della terra calda siciliana.
Non a caso la fisica moderna considera il vuoto non il puro nulla, ma bensì un substrato elusivo dal quale nasce ogni forma di energia e materia. Il vuoto nella ricerca di Diego Perez arriva quindi a reclamare, con molto garbo, il suo diritto all'esistenza.

Christiane Bürklein (@chrisbuerklein)

Diego Perez
https://www.behance.net/fernweh
https://www.facebook.com/Diego-Perez-Photo-632268260196608/



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