29-12-2022

Ceramica: la tavola incantata di Souraya Haddad

Parigi,

Design, Souraya Haddad, Antonella Galli,

Parigi, una sera d’ottobre: in un bell’appartamento alto-borghese si è celebrato un banchetto speciale, in cui piatti e bicchieri in ceramica smaltata avevano le forme e i riflessi delle nuvole. Accoglievano cibi assemblati come sculture, piccoli fiori, candele, cristalli. Era l’evento Ceramic Banquet Act I, iniziativa di House of Today in onore della ceramista libanese Souraya Haddad.



Ceramica: la tavola incantata di Souraya Haddad

Al primo sguardo viene voglia di toccarli, per rendersi conto, davvero, che non abbiano la stessa consistenza delle nubi o la pastosità leggera dello zucchero filato. Sono i piatti, i vassoi, i bicchieri, le alzate, i vasi e i portacandele creati dalle mani di Souraya Haddad, architetto e paesaggista libanese convertita alla ceramica artistica. Le sue sono sculture funzionali, come lei stessa definisce i pezzi in ceramica per la tavola: con le forme morbide e le sagome accoglienti hanno conquistato Cherine Magrabi Tayeb, fondatrice di House of Today, organizzazione no-profit che coltiva la creatività libanese e la porta nel mondo. Così Cherine ha scelto le ceramiche da tavola di Souraya per allestire lo scorso ottobre Ceramic Banquet Act I, una mise-en-scéne degna di una favola nel suo appartamento di Parigi, in occasione di Paris+, tappa francese di Art Basel. Se un banchetto doveva essere, il cibo non poteva mancare: ed è stato quello ideato da Balbosté, uno tra i più quotati studi creativi di allestimenti conviviali, in grado di trasformare il cibo in performance artistica. Il risultato è stato un rito poetico e delicato, in cui l’appartamento ha fatto da sfondo a tavole magistralmente allestite e il cibo da contrappunto alla partitura candida delle ceramiche.

La storia di Souraya attraversa i continenti, dal Libano al Canada, dove ha studiato architettura e paesaggio e, contemporaneamente, ha imparato a modellare la terracotta e a smaltare le ceramiche al Centre de Céramique Bonsecours. Le è stato subito chiaro come questa pratica riuscisse a sublimare la sua propensione al progetto, alla manualità e all’espressione artistica. Era il miglior mezzo per veicolare il suo senso nomade, ma anche la cultura d’origine e la passione per il viaggio. Nei suoi lavori non manca la funzionalità: sono vasi e contenitori, piatti e tazze, ciotole, alzate, candelabri, tutti contrassegnati da un profilo sobrio, silente, contenuto, come le ceramiche giapponesi, sua dichiarata fonte d’ispirazione. Le forme sono irregolari, esprimono vaporosità, suggeriscono l’immagine delle nuvole, dei batuffoli di cotone. La materia ceramica sembra essere sul punto di lievitare, colta quasi in espansione; mancano, volutamente, le linee rette, l’ortogonalità. Lo smalto è candido, per lo più, ma anche grigio perla, azzurro sfumato, beige, tinte ottenute con pigmenti naturali.

A chi le chiede se la fonte d’ispirazione delle sue ceramiche sia la tecnica o l’intuizione, Souraya risponde: “Nella ceramica le risposte nascono facendola. È lavorando con le mani che si sente l’ispirazione. Qualsiasi sia la tecnica utilizzata, non è quella che detta il progetto. Il risultato di un pezzo è frutto di una moltitudine di fattori: del ceramista, delle sue esperienze, ma anche della magia del fuoco”. E tra le esperienze che hanno segnato il percorso personale e artistico di Souraya c’è la drammatica esplosione del 4 agosto 2020, quando Beirut fu devastata da una gigantesca deflagrazione al porto che distrusse interamente i dintorni. L’artista comprese, guardando le persone che si raggruppavano nelle strade per aiutarsi a vicenda, che l’essenza del suo lavoro era di unificare e armonizzare gli elementi della composizione. Per incanalare l’angoscia del trauma, iniziò freneticamente a lavorare l’argilla, a modellare curve a mano libera in volumi e forme morbide, continue (le opere furono poi il nucleo di una mostra alla Saleh Barakat Gallery di Beiurt, svoltasi nel 2021).

Nell’opera di Souraya non è certo irrilevante la sua formazione di architetto e paesaggista. Una costante che attraversa tutto il suo operato: “L’architettura ha una grande influenza sul mio lavoro. Come anche in architettura, ogni progetto in ceramica è una risposta unica a un’esigenza.”, ha dichiarato Souraya a Ici Beyrouth, “trovare un senso, un’idea, raccontare una storia, individuare le tecniche di fabbricazione… nella ceramica, poi, si aggiunge la ricerca degli smalti, che già da soli costituiscono un mondo a sé.” E nonostante la situazione del suo paese sia ancora oggi a dir poco complessa, Souraya è fiduciosa che l’arte possa cambiare il mondo: “Davanti a un’opera che ci tocca, proviamo emozioni: si sorride, si piange… nascono discussioni, si cambia idea, si impara. Si aprono gli orizzonti, ci si evolve. Sì, l’arte può cambiare il mondo!”.

Antonella Galli

Tutte le foto: courtesy House of Today e Souraya Haddad

Didascalie
01, 02, 12, 13 Ceramic Banquet Act I, ceramiche Souraya Haddad, food design Balbosté, allestimento House of Today. Parigi, ottobre 2022. Photo Mickaël Llorca
03, Souraya Haddad, Ceramic Banquet, Petit Plat Rond, ceramica smaltata. Photo Elie Abi Hanna.
04 e 06 Souraya Haddad, Ceramic Banquet, Verres à eau e Tasses à café, ceramica smaltata. Photo Elie Abi Hanna.
05 e 07 Souraya Haddad, Ceramic Banquet, Plateaux à Cake, ceramica smaltata. Photo Elie Abi Hanna.
08 Souraya Haddad, Ceramic Banquet, Grands Vases, ceramica smaltata. Photo Elie Abi Hanna.
09 Souraya Haddad, Ceramic Banquet, Petit e Grand Bougeoir, ceramica smaltata. Photo Elie Abi Hanna.
10 e 11 Souraya Haddad, Ceramic Banquet, Grands Plateaux, ceramica smaltata. Photo Elie Abi Hanna.
14 Souraya Haddad, Photo Mickaël Llorca


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