16-12-2020

Xaveer De Geyter Architects: 195 Melopee School a Gand

Xaveer De Geyter Architects XDGA,

Maxime Delvaux,

Ghent, Belgium,

Scuola,

Parte del masterplan dello studio OMA, la 195 Melopee School è una struttura modulare d’acciaio e vetro che accoglie sugli Old Dockyards di Gand. Con la sua architettura aperta e leggera, rompe il concetto di cortina edilizia lungo il canale, stimolando la relazione tra edificio e quartiere.



Xaveer De Geyter Architects: 195 Melopee School a Gand

Vincitore di un concorso aperto nel 2015 nell’ambito del masterplan di riqualificazione degli Old Dockyards di Gand, Xaveer De Geyter Architects ha di recente concluso il progetto della 195 Melopee School, un’architettura che unisce più funzioni educative in una forma che si apre alla condivisione con il contesto.
Molto più che una scuola, molto più che un edificio espletante una singola funzione, la Melopee è un’architettura che propone un programma di attività legate all’educazione della prima infanzia come volano per la trasformazione di quest’area di città.
Tutto ha inizio nei primi anni Duemila, quando la municipalità avvia un concorso per il nuovo masterplan dello storico porto di Gand, i cantieri navali a est del centro. Con lo spostamento delle attività portuali a nord della città, a poco a poco gli Old Dockyards erano stati abbandonati ed erano diventati una sorta di confine tra la città abitata e la periferia industriale deserta. Grazie ai finanziamenti dell’UE e sulla base del progetto urbanistico dello studio OMA, vincitore della competizione, quest’area è oggi oggetto di un profondo ripensamento che la riconnetta al centro urbano. Nel principio di mixité funzionale che sta alla base della riflessione dello studio di Rotterdam, in cui trovano spazio unità residenziali, uffici, attività commerciali e culturali, c’è anche una scuola elementare, con un asilo nido e un palazzetto dello sport di quartiere. L'intera area si collega al centro cittadino tramite un prolungamento della rete di trasporto pubblico, ponti ciclabili e pedonali.
Il masterplan vuole rompere la direzionalità legata alla via d’acqua, che si sviluppa da nord a sud, creando zone di andamento opposto, che spingano a ripopolare la zona interna e fino a quel momento tagliata fuori. Il progetto di Xaveer De Geyter Architects per la nuova scuola Melopee si inserisce su un lotto affacciato sull’acqua e si sviluppa proprio secondo l’asse est-ovest, con percorsi laterali che collegano la banchina portuale con la strada veicolare più interna. Significativo per comprendere la filosofia di questo intervento è leggere in che termini Xaveer De Geyter Architects parla di progetto, cioè non come una risoluzione di problemi spaziali, di programmi e di flussi, ma come la creazione di opportunità: la capacità di vedere le nuove potenzialità di un luogo, di consentire il verificarsi di scenari imprevisti. L’architettura come un gesto di rottura dunque, che non trova facile esplicitazione nella forma o nell’immagine dell’opera, quanto piuttosto nel suo contenuto. In tal senso architettura e urbanistica non sono discipline diverse, ma lavorano agli stessi obiettivi su scale differenti.
È quanto si nota in questo caso, dove la scuola Melopee di Xaveer De Geyter Architects raccoglie e sviluppa lo stimolo lanciato dal masterplan di OMA: favorire flussi e relazioni tra il fronte del porto e le aree interne, abbattendo l’idea della cortina edilizia. La struttura progettata ne è l’antitesi. Si tratta di uno scheletro di acciaio zincato basato su uno schema modulare, in parte lasciato aperto e in parte chiuso con tamponamenti di policarbonato traslucido e di vetro. Un edificio che si ispira al mondo delle strutture di movimentazione portuale, industriali e grezze, e come tale tiene fede a un immaginario che è parte della storia di Gand. Al contrario dei tradizionali magazzini in mattoni o cemento, chiusi per ospitare le merci, questa è una scatola aperta, spalancata sulla città al punto da non avere quasi più pareti, lasciando che sia il paesaggio urbano a definire i confini di ogni ambiente interno: a sud un’area verde, a nord una piazza e un complesso residenziale e a est la Koopvaardijlaan. A ovest il canale, ma soprattutto la sponda opposta e il centro storico, a cui con questa filosofia d’intervento il progetto si lega.
L’impatto dell’architettura volge all’essenziale, allo scopo di mostrare anche all’esterno il contenuto e le attività scolastiche, ove possibile, come parte della vita del quartiere. Una buona immagine della scuola contemporanea, agile, flessibile negli spazi come nelle soluzioni educative.
A questo si aggiunge un’attenta riflessione sul programma in relazione al piccolo lotto di terreno a disposizione, che deve ospitare una scuola elementare, ma anche un asilo nido e servizi sportivi e ludici. Gli architetti decidono di dividere in due la volumetria, assegnandone più della metà alla scuola e alle attività private al chiuso e lasciando ai giochi pubblici il resto. Questa sorta di parco giochi su più piani offre una grande attrattiva sull’esterno, ma è anche accessibile da ogni livello della scuola, come parte integrante delle attività educative.
Il progetto sviluppa una struttura su 5 livelli, che data la leggerezza d’insieme non scherma la prospettiva dalla banchina, ma al contrario, anteponendo la zona aperta, la favorisce. Un percorso coperto e sempre aperto tra scuola e parco giochi interrompe la facciata più lunga, creando comunicazione lungo l’asse nord-sud. Invece di trovarsi davanti un edificio compatto su più piani, chi percorre la ciclovia che costeggia l’acqua incontra una scatola aperta, che contiene giochi, scivoli, rampe di scale e altri divertimenti per piccoli e grandi, uno spazio pubblico che introduce la scuola sul retro. Questo favorisce lo scambio e la valorizzazione dell’area più interna, come da intenti del masterplan.
Infine, l’aver unito una funzione privata da espletare in ambiente chiuso, la scuola, con una pubblica come quella del parco per giochi e sport, favorisce quell’effetto di riqualificazione in chiave comunitaria che era negli intenti iniziali. L’area aperta sulla banchina è infatti quasi sempre accessibile, in modo che da un lato gli alunni possano frequentarla al di fuori dell’orario scolastico, facendo di quell’edificio un luogo di cui appropriarsi, anche fuori dall’ordinario; dall’altro, potendo tutti accedere all’area di giochi e sport, l’architettura viene vissuta per tutto l’arco della giornata e non rimane legata solo ed esclusivamente alla sfera scolastica. Si realizza così quella commistione tra funzioni auspicata dal piano di mixité funzionale.
Per quanto riguarda gli interni, dalle finiture minimali, particolare attenzione è stata posta ai parametri di comfort come l’incidenza della luce e del rumore. Soffitti fonoassorbenti e rivestimenti interni in mattoni perforati rosa e blu sono stati scelti per una migliore acustica. Ogni aula e ogni ambiente in modo differente presenta incidenza di luce diretta e offre ampie viste sull’esterno. Il telaio in acciaio costituisce la struttura di appoggio per piante rampicanti che si svilupperanno nel tempo, incorniciando le viste sulla città.

Mara Corradi

Architects: XDGA (Xaveer De Geyter Architects) http://xdga.be/
Competition: Xaveer De Geyter, Doug Allard, Thérese Fritzell, Ingrid Huyghe, Willem Van Besien, Stéphanie Willocx
Definitive design: Xaveer De Geyter, Karel Bruyland, Thérese Fritzell, Arie Gruijters, Ingrid Huyghe, Willem Van Besien, Stéphanie Willocx
Implementation: Xaveer De Geyter, Ingrid Huyghe, Willem Van Besien
Consultants: Ney & Partners (structure), Studiebureau Boydens (mechanical), Daidalos Peutz (acoustics)
Location: Ghent, Belgium
Client: SO Gent
Surface: 4630 sqm (interior) + 3050 sqm (exterior)
Competition, 1st prize: 2015
Start of work: 09/2017
Completion of work: 02/2020
Photographs: © Maxime Delvaux


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