
Esempio di recupero funzionale con queste intenzioni è la nuova Urban Yoga Spa all’interno di un palazzo “all’italiana”, costruito dall’architetto Henry W. Bittman nel 1925 a Seattle. Il progetto degli Olson Kundig Architects ha liberato gli interni dalle sovrastrutture accumulate nei decenni, facendone riaffiorare ampiezze e altezze, per mostrarne le originali prospettive. Le imponenti colonne della struttura, i piani in cemento, le pavimentazioni in legno e ogni altro elemento distintivo è stato restaurato e sottoposto all’interpretazione contemporanea, espressa nella vernice monocromatica bianca che ha coperto tutte le superfici, accomunandole e allo stesso tempo facendo emergere di ciascuno la forma. Così pure l’impiantistica, di cui ogni elemento di disordine e discontinuità, invece di essere occultato con i controsoffitti, è stato “messo a tacere” sotto una coltre bianca, che ha lasciato emergere solo le sagome di cavi e quadri.
All’interno dell’edificio, lo Urban Yoga Spa occupa il piano terra e il mezzanino. La Spa e gli spogliatoi sono stati distribuiti al piano mezzanino affinché potessero godere di maggiore riservatezza; al livello dell’ingresso sono stati dislocati invece la reception, la lounge e le due sale per lo yoga. Collega i due piani una scala di nuova costruzione. Gli ambienti non sono chiusi ma le pareti, aperte in alto, veicolano la luce e i suoni tra le stanze, per una maggiore comunicazione tra le funzioni. Anche i corridoi al mezzanino non sono cechi ma guardano sul piano terra donando ariosità allo spazio intero.
La fortuna di essere in un edificio ad angolo ha permesso di sfruttare l’illuminazione naturale che proviene dalle grandi vetrate di due facciate: la luce che pervade gli ambienti va a mostrare i diversi effetti che il bianco ha assunto sulle superfici: quello del parquet di abete nelle sale di yoga, quello del cemento, quello delle scale rivestite in gomma, quello dei soffitti con gli impianti e così via. Elementi grafici guidano nello spazio: dalla segnaletica grigio scuro in rilievo sui muri o applicata ai vetri, alle ringhiere in metallo grezzo, sono segni e forme ridotte all’essenziale.
Emergendo tra tanti monotoni progetti di centri benessere, questa Spa urbana che si caratterizza per gli spazi dello yoga, sembra voler infondere quell’equilibrio che proprio questa pratica insegna anche attraverso un’inedita interpretazione dello spazio, dove il colore e il carattere non sono predeterminati e imposti, ma cercano di essere definiti dalla presenza umana.
di Mara Corradi
Progetto: Olson Kundig Architects
Progetto degli interni: Ted Tuttle Interior
Progetto grafico: Michelle Poole, The Design Poole
Progetto delle strutture: Magnusson Klemencic Associates
Progetto elettrico: Orca Electrical Contractors
Committente: Privato
Luogo: 1900 4th Avenue, Seattle, WA (USA)
Superficie: 5.500 sf
Data realizzazione: 2009
Pannelli e porte in vetro: Distinctive Glass
Pavimento preesistente della hall in cemento
Pavimento ingresso e scale in gomma: Johnsonite
Pavimenti dello studio B in vinile colore grigio: Lonseal
Pavimenti preesistente degli spazi per lo yoga in abete, verniciato di bianco
Illuminazione a soffitto dell’ingresso e della zona manicure: Lightolier, Hubble Lighting
Tavoli, sedie e scaffali: Ikea
Controsoffitti: Tectum
Fotografie: Tim Bies/Olson Kundig Architects
www.olsonkundigarchitects.com