13-08-2021

Matteo Thun & Partners: Ospedale Waldkliniken, Eisenberg

Matteo Thun & Partners,

Gionata Xerra,

Eisenberg (DE) ,

L’esperienza nell’ospitalità alberghiera e i “3 zeri” della sostenibilità di Matteo Thun & Partners sono il punto di partenza per riformare gli ambienti ospedalieri di degenza. Il caso dell’ampliamento della clinica ortopedica pubblica Waldkliniken a Eisenberg, in Germania.



Matteo Thun & Partners: Ospedale Waldkliniken, Eisenberg

A uno sguardo distratto la nuova architettura in legno di Matteo Thun & Partners a Eisenberg potrebbe sembrare l’ultimo dei suoi hotel o centri termali. I celebri JW Marriott Venice Resort & Spa, Le Terme di Merano o La Pergola Residence sempre a Merano sono solo alcuni degli interventi di nuova costruzione per cui Thun è conosciuto da più di 20 anni in questo settore.
Il Waldkliniken a Eisenberg, nel cuore delle foreste della Turingia, è invece l’ampliamento di un ospedale, il più grande centro specializzato in ortopedia della Germania. Negli ultimi tempi la ricerca di Matteo Thun e del suo studio di Milano si è spostata sull’applicazione dei modelli e degli standard qualitativi alberghieri, sperimentati con successo in tutto il mondo, nel settore dell’ospitalità per la cura. La radice comune dei termini ospedale e ospitalità, entrambi dal latino hospes, ospite, ha rivelato quello che è una semplice verità, cioè la relazione tra la cura sanitaria e l’accoglienza.
Tematica da sempre trascurata in ambito pubblico, è stata al centro di una conferenza alla Biennale di Venezia intitolata “Hospitecture” ma già anni prima aveva spinto Thun a partecipare al concorso per la progettazione della nuova ala di un ospedale pubblico, il centro ortopedico di Eisenberg. Il nuovo edificio, attiguo all’ala di chirurgia, avrebbe allocato le camere per i pazienti in pre e post ricovero e che necessitavano di trattamenti terapeutici.
A dispetto di qualsiasi previsione e della mancanza di esperienza in questo specifico settore, il progetto di Matteo Thun & Partners è stato scelto e segnalato dal Ministero della Turingia perché il concept è risultato il più ecologico, sostenibile ed economico. È stata dunque notata non soltanto la capacità di Thun di sviluppare soluzioni di ospitalità qualitativamente alte, ma non “di lusso” come lui sostiene spesso nelle sue interviste, a beneficio dei pazienti, ma anche la sostenibilità globale dell’opera. Il nuovo edificio è stato progettato infatti secondo il principio dei 3 Zeri: Zero chilometri, cioè vicinanza dei materiali da costruzione e competenze locali, Zero CO2, cioè gestione energetica e minori emissioni e infine Zero rifiuti, cioè gestione del ciclo di vita nel processo di costruzione e riutilizzo dei materiali.
Materiale largamente impiegato dallo studio, non solo per le sue qualità legate alla domesticità e al tipo di invecchiamento, ma anche perché rinnovabile, il legno riveste le facciate di un’architettura dalla pianta circolare, in cui l’uso del cemento armato è ridotto allo scheletro e necessario per la protezione antincendio. All’interno 128 stanze di degenza per 246 posti letto e una serie di servizi di accoglienza ispirati al mondo dell’ospitalità alberghiera. Il legno di larice locale è distribuito come brise soleil lungo la superficie laterale di tutto l’edificio per creare ombreggiamento nelle camere, alternato a settori vetrati liberi che funzionano come camini di luce e aria, creando differenze climatiche tra le parti. Questa scansione segue l’organizzazione dei layout dei piani, incentrata sulla progettazione delle camere dei pazienti. Le camere standard accolgono due pazienti con area riservata per ciascuno e condividono una “veranda” con una seconda camera speculare. In corrispondenza delle vetrate libere in facciata, questo spazio luminoso e arioso, grazie alle finestre apribili, è stato concepito come luogo condiviso e riservato allo stesso tempo, separabile dagli spazi privati mediante tendaggi. La riflessione del progettista ha posto al centro il fatto che, nel percorso di cura in ospedale, il disagio del paziente è creato anche dalla impossibilità di avere conversazioni private con i medici o con i propri cari in visita. A questo scopo la stanza ha una pianta a forma di zeta, in cui inserire il bagno e la veranda, ed è in grado di offrire a ognuno degli ospiti una relazione con l’esterno e la natura circostante. Mediando dunque tra lo spazio disponibile e le necessità psicologiche rilevate, Thun è riuscito a ricavare un ambiente accogliente con scopo di filtro, condivisibile da quattro pazienti. Al di là delle 13 camere VIP che sono state inserite per chi ha la fortuna di possedere un’assicurazione privata, questa soluzione è stata applicata a grande scala su tutti i piani dell’edificio.
Il suo interesse per l’hotellerie, sostiene Thun, è dovuto al fatto che si tratta di ambiti in cui l’esigenza è quella di coordinare ogni aspetto, progettando dall’identità visiva all’involucro architettonico, agli arredi su misura. Questo tipo di dettagli e di cura è la stessa che emerge in un progetto come l’ospedale Waldkliniken, dove tanti elementi normalmente non coordinati sono stati invece curati proprio a beneficio del benessere dei pazienti. È il caso della progettazione della hall e dei quattro ristoranti, che per materiali, finiture e concezione non hanno nulla da invidiare a quelli che frequenteremmo in vacanza e infine ai percorsi compiuti dai pazienti nel corso della loro degenza. A questo scopo lo studio ha lavorato con Hospitalexpert HDR GmbH e in stretto dialogo con i medici e il personale infermieristico per comprendere le reali esigenze dei degenti e facilitare spostamenti e orientamento.
Il tetto verde e la corte interna piantumata, infine, hanno non soltanto lo scopo di ridurre il soleggiamento e mantenere un microclima interno più confortevole, ma anche di avvicinare la natura al costruito come presenza benefica nel percorso di cura. La circolarità della pianta è motivata dalla volontà di rendere il più possibile ampio e molteplice lo sguardo dall’interno verso la natura esterna. Un decennio di sviluppo per un progetto che ribalta la concezione storica dell’ospedale come catena di montaggio degli interventi e “scatola” per malati, che sarà presto arricchito da un secondo progetto, con la realizzazione del vicino centro di riabilitazione ortopedica, ancora su progetto di Thun. Con l’aiuto di progettisti avanguardisti, diverse realtà sanitarie stanno sperimentando questa strada. Floornature ne ha recentemente presentate diverse, tra cui l’ospedale Nova di JKMM a Jyväskylä, la Fondazione Santa Fe a Bogota di El Equipo de Mazzanti e il Centro Alzheimer di Martina Davanzo a Castelfranco Veneto, in Italia.

Mara Corradi

Architects: Matteo Thun & Partners https://www.matteothun.com/
Cronology: 2013 - 9.2020
Location: Eisenberg (DE)
Client: Waldkrankenhaus-Eisenberg
Building area: 15000 sq
Photos by: Gionata Xerra


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