05-04-2019

FORM/Kouichi Kimura Architects: Casa per un fotografo in Giappone

FORM / Kouichi Kimura Architects,

Norihito Yamauchi, Yoshihiro Asada,

Shiga, Honhsu, Giappone,

Residenze,

Nella prefettura giapponese di Shiga si trova il progetto della casa per un fotografo commissionata a Kouichi Kimura, fondatore dello studio FORM di Yagura. Un’articolata residenza dove l’arte influenza la vita quotidiana e viceversa.



FORM/Kouichi Kimura Architects: Casa per un fotografo in Giappone

Tra le ultime realizzazioni dell’architetto Kouichi Kimura dello studio FORM è la casa per un fotografo, nel territorio urbano della prefettura di Shiga, in Giappone. Noto nel suo paese per la specializzazione verso il progetto delle nuove abitazioni, Kouichi Kimura affronta ogni intervento con quello che è stato definito un minimalismo poetico, dove egli raggiunge quel delicato equilibrio tra dialogo e riservatezza.
La commistione tra arte e vita è da sempre un grande topos letterario, come testimoniano oggi le numerose case museo preservate intatte nel tempo per conservare l’uomo e l’artista in una simbiosi quasi indissolubile. In molti casi, come per esempio quello di Giorgio Morandi in provincia di Bologna, o in quella di recente apertura di Gustav Klimt a Vienna, l’artista fa suo uno spazio preesistente, non originariamente pensato per le finalità di un atelier, ma trasformato come tale. In altri casi il progettista è chiamato dal committente che cerca nell’edificio un ambiente adatto ad accogliere l’uomo e l’artista.
La richiesta del fotografo di questo intervento nella prefettura di Shiga era verso un nuovo edificio, dove la sua attività e le conseguenti esigenze specifiche, di tipo pubblico e semipubblico, potessero convivere in ambienti attigui a quelli squisitamente privati.
Il sito scelto si trova a lato di un’arteria stradale che taglia di netto il quartiere, separando le abitazioni private disposte lungo la via da un santuario immerso in un bosco. Come in molta architettura giapponese costruita in aree urbane, anche in questo caso però il contesto paesaggistico ha davvero poca importanza nella costruzione architettonica della nuova villa, che risulta fortemente introspettiva. La scelta di arretramento dell’edificio dalla strada è il primo segno di distacco da un contesto poco affine e della ricerca di un punto di vista privilegiato da cui osservare e essere osservato.
Ciò che si mostra sulla strada è un fronte privo di aperture, tuttavia esso non appare muto perché il primo livello intonacato di bianco è sormontato da un secondo che presenta un rivestimento in lamiera di acciaio zincato, in leggero aggetto sulla strada. Questa scomposizione di volumi denuncia con immediatezza all’esterno la doppia anima della casa, in cui spazi per l’uomo si innesteranno in ambienti pensati per l’artista. Il concetto è quello di smaterializzare la struttura compatta realizzata in legno e finita in malta con un volume posto in alto, in grado di diffondere la luce e d’impatto più leggero. Questo elemento, insieme alla copertura piana e, come vedremo, a una pianta destrutturata, contribuisce a far emergere l’intervento da un contesto uniforme di abitazioni in legno a vista e copertura a falde proprie dell’area.
Nella ricerca di una definizione abitativa per l’uomo e l’artista, lo studio di Kouichi Kimura ha operato un’analisi ragionata dei bisogni organizzativi concreti del committente, rinunciando fin dall’inizio a una disposizione di ambienti operata per funzioni.
Guardano l’edificio in pianta si nota che l’ingresso principale è collocato sul lato, in un volume sottile a un solo piano, dedicato alla funzione di androne. Le proporzioni di questo spazio di accoglienza non sono però quelle più tradizionali: esso infatti è un corridoio, stretto e cieco, che forza gli ospiti a passare dalla luce diurna alla penombra, quindi, superata una seconda porta, a proseguire in uno spazio in ombra quasi completa, salvo per un taglio di luce naturale radente al muro di fondo che si origina da un’apertura sul tetto.
Questo primo corridoio si rivela così l’ingresso e il primo momento contemplativo di un circuito di stanze a perimetro della casa pensate come veri e propri ambienti espositivi, caratterizzati dall’enfasi sulle prospettive, da scorci inediti, da setti divisori ad altezza parziale che stimolano a immaginare scenari e possibili inquadrature.
Il mondo dell’artista, cioè quello fotografico, entra così a definire l’illuminazione spaziale. Si disegnano pareti bianche e pavimenti in cemento lucidato chiaro che fungono da sistema di riflessione della luce naturale, proveniente di volta in volta dall’alto o dal basso.
Tale percorso espositivo con pianta a L abbraccia sia il grande ambiente dell’atelier a doppia altezza, sia il soggiorno della casa, i quali sono a loro volta comunicanti. Anche il piano superiore, dove pure si trovano solo gli spazi privati, è in comunicazione visiva con l’atelier mediante un grande affaccio vetrato. Le attrezzature fotografiche, i mobili vintage, gli strumenti musicali e le opere d'arte sono collocati qua e là, senza un preciso ordine se non quello estetico del committente. Distinguere dove ci si trova, se nell’ufficio o nella casa del fotografo è impossibile perché ogni stanza sembra propedeutica alla valorizzazione dell’altra, come se la vita stessa fosse ogni giorno ispirazione per la professione e viceversa.

Mara Corradi

Architects: FORM / Kouichi Kimura Architects
Location: Shiga, Japan
Client: Private
Construction Year: 2017
Site Area: 420,94 sqm
Constructed Area:169,41 sqm
Structure in: wood finished with mortar
Photographs:
© Yoshihiro Asada: 05-10-11-14-21-24-25-27
© Norihito Yamauchi: 01-02-03-04-06-07-08-09-12-13-15-16-17-18-19-20-22-23-26-28

https://www.form-kimura.com/

 


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