
E' su questa direttrice immaginaria, abilmente bilanciata fra cheap e chic, che Adriano, Manuel e Cristian Ancillai hanno collocato il loro locale magnificamente rappresentato dall'architetto Marchese e poi interpretato e realizzato, plasmando in modo spettacolare i materiali, dagli artisti del ferro e della resina Annito Casalese e Grazia Imperio in un connubio fra tecnologia e materia.
Ludismo allo stato puro che riporta alla precedente funzione di questo spazio dove, per diversi anni, ha trovato posto la bottega di un mobilificio per bambini.
E bambini si ritorna già varcando il portone di Fluid, attirati da un gioco di materia e forma che vien voglia di toccare.
Il logo di Fluid, una goccia in negativo, disegnata da un designer giapponese, marca il locale sul maniglione d'ingresso così come sulle sedute. Quattro minitelevisori al plasma, incastonati, come pietre preziose, nei vecchi portoni in legno, rimandano diametralmente, all'esterno, il gioco sociale che si svolge all'interno del locale.
Così come la vetrina accanto, un vero e proprio set, in real time, del privè, a destra dell'ingresso, "vestito" in maglina nera retroilluminata: protetti da una vetrata a tutta altezza, comodamente seduti e accarezzati dalle immagini di un maxi-schermo al plasma, si "vive" la strada e il suo passeggio. Due passi ancora e ci ritrova proiettati dentro Fluid.