23-09-2020

SPEED & SUSTAINABILITY

SsD,

New York, USA, Seoul, Corea del Sud,

Architettura e Cultura,

Micro Housing,

"Ci sono alcune cose che devi imparare attraverso l'esperienza ... quando lavori per te stesso, devi pagare per tutti gli errori che fai”, Jinhee Park, SsD.



<strong>SPEED & SUSTAINABILITY</strong> Voglio dedicare questo articolo a una giovane donna, Jinhee Park, che, a dispetto dell’età, ha dimostrato di essere estremamente decisa e volitiva, conseguendo risultati veramente importanti e realizzando progetti altrettanto brillanti. È con grande fermezza e molta convinzione che ha continuato a perseguire un’architettura che ci costringe a ripensare e modificare il nostro stile di vita ed i nostri comportamenti quotidiani. Single Speed ​​Design, SsD, nome dello studio di architettura che ha fondato a Seoul, con una sede anche a New York, è un ricordo del mezzo di trasporto con cui andava in giro a Cambridge, nel Massachusetts, mentre stava studiando per la laurea ad Harvard GSD. La pedalata era allora condivisa da un compagno che, animato dalla sua stessa visione ed ideali, aveva deciso di intraprendere l’avventura ma che poi via via, durante la salita, aveva desistito lasciando a lei tutto il peso e le responsabilità dell’impresa. La bicicletta a marcia fissa allude a questo punto, con molta pertinenza, alla fatica e all’impegno che sono stati richiesti nel mandare avanti lo studio, particolarmente agli inizi."Ci sono alcune cose che devi imparare attraverso l'esperienza ... quando lavori per te stesso, devi pagare per tutti gli errori che fai” dirà Jinhee, non nascondendo le difficoltà e le sfide affrontate, durante un’intervista che le ho fatto in occasione di un recente podcast. E questa considerazione non è l’unica che suggerisce l’aforisma della pedalata: nel ritmo che deve essere mantenuto costante, facendo uso di grande tenacia, è facile leggere la personalità che contraddistingue questa donna, che ha voluto procedere lungo il cammino senza demordere, riuscendo a fare cose egregie. Calma e meticolosa lascia trapelare in queste sue caratteristiche l’origine asiatica, nata a Seoul.

I primi progetti a cui si è dedicata non erano di grande entità ma avevano già in embrione quella che sarebbe stata l’essenza della progettazione futura: una forte sensibilità verso la sostenibilità, un approccio estremamente innovativo alla ricerca di soluzioni che appagassero le contingenze del momento ma anche quelle future ed una ricerca estetica, che, pur molto attenta a dare sempre un resoconto economico, appare sofisticata ed offre creazioni contemporanee di grande freschezza. Anche se in una scala ridotta, i progetti avanzeranno proposte che si possono definire prototipiche, non legate allo specifico contesto ma volte a soddisfare una quantità di persone e condizioni molto diverse, con la possibilità di essere usate in una dimensione più ampia, direi globale. Guidata da principi di ingegneria strutturale, la visione architettonica sarà per scelta coadiuvata dalla collaborazione interdisciplinare convergente di altre discipline, per appagare le esigenze di uno scenario lavorativo divenuto particolarmente complesso. 

White Block Gallery, Heyri Art Valley. SsD. 

Sarà nel 2009 che inizierà la sua carriera di progettista, vincendo con la White Block Gallery una competizione per un edificio destinato ad esposizione d’arte e a spazio culturale nella prestigiosa Heyri Art Valley, un’area di Seoul molto verde ed interessante dal punto di vista paesaggistico. La proposta ha dato vita ad una presenza molto carismatica per la camaleontica capacità di giocare sulla gradazione monocromatica del bianco, imponendosi e smaterializzandosi, alternando momenti saturi di pigmentazione a momenti di lattea, diafana traslucidità. La forma leggermente ogivale delle alte aperture, contrapponendo la morbidezza delle sue linee con andamento curvilineo alla rigidità delle pareti squadrate limitrofe, conferisce un alone di magia: è come se qualcuno, spinto dalla curiosità di esplorare il mondo interno, avesse voluto aprirsi un varco e, dopo aver alitato sui vetri avesse con il gomito cercato di eliminare l’appannatura, per avere la possibilità di vedere più chiaramente. Modernità e poesia si compenetrano, forse nell’intento di introdurre ad un mondo che è quello dell’arte, tra realtà ed illusione. La composizione formata da alcuni volumi, disposti in modo da lasciare spazi interstiziali che saranno ugualmente usati per allestimenti, è attraverso la frammentazione che cerca una continuità di momenti diversi e più interessanti per gli artisti e i visitatori, così come internamente provvede scale sospese, piattaforme e collegamenti aerei.


White Block Gallery, Heyri Art Valley. SsD. 

Il paesaggio è stato una guida che ha dato direttive a questa creazione che sembra voler abbracciare interno ed esterno: il pavimento in legno sottolinea la ricerca di una corrispondenza ed interazione così come i lunghi gradini che si estendono, senza interruzione e rispetto dei limiti murali, anche fuori dall’edificio, assecondando ed accentuando i dislivelli naturali del terreno. La staticità degli ambienti è rotta dalle sezioni formate dai pattern anticonvenzionali di questi gradoni-sedute, che espandendosi ed invadendo, a volte anche diagonalmente, l’intera superficie o limitandosi a creare angoli più appartati, offrono momenti estremamente casuali e liberi di sosta, di riflessione e di condivisione con altri. Un modo giovane di partecipare ad un’arte e ad un mondo culturale in continua  evoluzione. La vista sul lago che scorre lungo un lato del sito non viene mai abbandonata ma cercata da ogni possibile angolo d’osservazione, mentre la sequenza di piante che crescono attorno e si riflettono con una leggera sfocatura sui vetri trattati per mantenere costante la temperatura interna, intensificano la narrazione di una natura sempre presente, parte integrante del progetto.
Tutto è rigorosamente sostenibile, riscaldamento e ventilazione passivi sono una parte integrante, come naturalmente ci si aspetta da uno studio che basa la sua progettazione su principi di rispetto ambientalistico. 
L’approccio convergente che è alla base del concepimento e della traduzione in pratica di ogni lavoro, firmato SsD, come da un lato ambisce offrire risposte che siano le più complete possibili, dall’altro tenta attraverso il disegno di ridurre ridondanze ed eccessi. Ed il compendio esemplare di questa filosofia credo si riassuma in Songpa, il condominio formato da micro-abitazioni, costruito nel centro vibrante e caotico di Seoul, un progetto che ha vinto moltissimi riconoscimenti ed è stato menzionato con grande entusiasmo da quasi tutte le riviste di settore. L’edificio esprime perfettamente quel “Minimalismo Sostenibile” che si sforza di raggiungere il massimo impatto con i minimi mezzi, richiedendo una spesa molto inferiore a quella di altre costruzioni simili, non rinunciando alla bellezza che lo contraddistingue.

Quale soluzione oggi potremmo ricercare, come architetti, per alleviare la mancanza globale di spazio vitale in un futuro di domani? Qualche tempo fa, nel 2017, è stata presentata in anteprima una commedia di Hollywood, “Downsizing”, “Vivere alla Grande”, che in termini satirici proponeva come rimedio a quella grave crisi di sovrappopolazione, carenza di cibo e riscaldamento globale, che stiamo vivendo, l’idea fantasiosa di miniaturizzare ogni umano ad una dimensione di 5 pollici ed immaginare da questa differente prospettiva un futuro completamente sostenibile. Più piccoli fossimo trasformati, meno consumeremmo, con un'estrema riduzione della nostra impronta ecologica, rifiuti, cibo, energia e costi. Come lo slogan, "perché non vivere in grande trasformandosi in piccoli", potrebbe risuonare attraente nella nostra vita di tutti i giorni, spesso piena di difficoltà e sacrifici solo per far quadrare i conti, diventare .0364 della nostra massa e volume originali si rivela decisamente abbastanza imbarazzante. Fortunatamente, non è quello che ci accadrà ma noi come architetti siamo sempre più consapevoli che ciò, che sta verificandosi e colpendo le parti più vulnerabili del nostro pianeta, alla fine sarà un problema dell’umanità intera.

Il futuro congestionato di domani è purtroppo una dolorosa e difficile realtà che si presenta già al momento in molte delle nostre capitali e che ci chiede di ideare ambienti che siano il più piacevoli possibile da vivere, con magari un piccolo terrazzo da tenerci un pò di verde, con tanta luce che ci aiuti a sentirci più carichi di energia e di buon umore. Nidificato in una città che è appunto un modello di densità, Songpa Micro-Housing è diventato un punto di riferimento nella sua tipologia grazie all’aver saputo coniugare grande flessibilità con estrema piacevolezza esterna ed interna. La tradizione dell’architettura residenziale multi-familiare coreana è stata interpretata proponendo blocchi abitativi, in differenti misure, che si possono combinare ed adattare secondo le varie necessità. Le scatole-unità, con una tattica che prevede spinte in avanti ed arretramenti, divengono piccoli balconi che proteggono la parte sottostante, creando tanto movimento ed offrendo a tutti uno sfogo all’aperto.


Songpa Micro Housing, South Korea. SsD. 

Porosità è una caratteristica fondamentale del condominio, aperto a chiunque grazie ad un negozio di caffè e ad altre attività, che si trovano nel seminterrato e ad una galleria d’arte al secondo piano. La struttura a sei piani attiva i cosiddetti spazi intermedi, per proporre molteplici funzioni o attività, incentivando una forte connettività tra gli utenti, sia i residenti che il pubblico. Ampi corridoi, spaziosi gradini-seduta con pouf, sparsi qua e là, permettono di sostare e di fare cose assieme, il tutto inondato dalla luce che si diffonde da un taglio sovrastante. A questa interattività e partecipazione conviviale e sociale del quartiere contribuisce anche l’attrattività della pelle metallica che avvolge la rigida configurazione, conferendo, grazie a molteplici, diversificate torsioni delle aste di acciaio inossidabile un ritmo di movimento che corre lungo tutto il perimetro e che, oltre a permettere una buona ventilazione ed illuminazione naturale, garantisce un’estetica davvero tanto speciale ed uno stile molto contemporaneo alla nuova, giovane presenza.


Songpa Micro Housing, South Korea. SsD.

La sostenibilità a cui Jinhee intende arrivare contempla un’architettura che non sia stratificazione di appendici ad alta tecnologia, come, ad esempio, facendo uso dei pannelli solari, ma che sia piuttosto molto attenta alla ‘prestazione ambientale’, come studio del luogo dove si dovrà edificare e scelta dei materiali. Songpa è stato appunto eretto on-site, utilizzando pannelli modulari in due serie di dimensioni, per assicurare varietà, affiancati ad un telaio strutturale in acciaio e gli interni prefabbricati, progettati con mobili incorporati, ricorrendo a molte strategie per ottimizzare al meglio gli spazi di dimensioni limitate, sono stati installati in soli due giorni.

Virginia Cucchi


Crediti: 

SsD Architecture + Urbanism: http://www.ssdarchitecture.com/

White Block Gallery, Heyri Art Valley, South Korea

Architect Jinhee Park AIA
John Hong AIA, Frederick Peter Ortner, Donguk Lee, Jiseok Park, Taesoo Kim, Christoph Schäfer, Juho Lee, Marcela Delgado, Soojung Rhee, Aleta Budd, Okhyun Kim, Eli Allen, Jeff Niemasz, Eunkyoung Cho, Brian Vester, Ryan Welch, Jeong Jun Song
Associate architect:  Dyne Architects, Structural design: Matt Johnson, SGH Inc., Structural engineer:  New Engineering
Lighting consultant: Project Concept K, Construction manager Hanmi Parsons Co., Ltd.
Photography: Chang Kyun Kim / Photo Courtesy of SsD

Songpa Residence, Seoul, South Korea : 

Architect : Jinhee Park AIA
John Hong AIA, Hyun Seunghoon, Taylor Harper, Mark Pomarico, Evan Cerilli, Lee Donguk, Allison Austin, Yufeng Zheng, Victor Michel, Virginia Fernandez Alonso
Architect of Record- Dyne Architects, Structural Engineer Mirae Structural Design Group, Construction Manager- Kiro Construction
Photo Courtesy of SsD


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