03-08-2018

David Behar – Cabana Series

David Behar,

Nella fotografia il soggetto gioca una parte molto importante, a volte più della bravura del fotografo.



David Behar – Cabana Series Nella fotografia il soggetto gioca una parte molto importante, a volte più della bravura del fotografo. Nella costruzione dell'immaginario comune sono le icone a giocare la parte più importante. Nelle fotografie di David Behar il soggetto è un'icona e chi sta dietro l'obiettivo sa esattamente cosa vuole. Per questo è impossibile trovare una persona a cui non piaccia la serie di Behar sulle Cabanas a Miami.


Probabilmente Jung non l'aveva considerato mentre scriveva Gli archetipi dell'inconscio collettivo, ma uno di questi sarebbe potuto essere il chiringuito sulla spiaggia assolata, luogo di pace, festa e distensione per eccellenza nella mente di tutti. Behar ne è al corrente e infatti basta che l'occhio si posi sui suoi scatti, sulle sue landscape con soggetto, per far sì che il cervello di chi osserva inizi a produrre endorfine.


In realtà una Cabana non è esattamente un chiringuito. La prima, oltre a servire da bere, si occupa di affittare ombrelloni, ma chi osserva non può saperlo. La sabbia sovraesposta, il cielo blu, il mare all'orizzonte e qualche sparuta nuvola bianca fanno da contorno al soggetto che Behar ha scelto; e tanto basta ad evocare l'icona, l'immagine-mito.


«Questa serie è arrivata dopo che ho iniziato ad annoiarmi di fotografare le torrette dei bagnini di Miami. Tutti lo fanno e tutti le amano, mentre le cabanas sono spesso trascurate. Ce ne sono a dozzine, ma molte persone non ne hanno nemmeno idea, a meno che non abbiano voglia di camminare per ore. Ora che esiste questa serie non hai bisogno di farlo, ma comunque dovresti».


In realtà, andando oltre la prima impressione, Behar ha svolto una ricerca fotografica nell'estetica di un'icona: come si concretizza sulle spiagge immacolate l'idea platonica delle Cabanas? David Behar ha risposto. «C'è uno charm intrinseco alle Cabana di Miami Beach. Ognuna è unica e spesso abbinata nei colori agli ombrelloni che affitta, andando a formare una piccola comunità di tonalità concordanti. Perfino lo staff degli hotel ha le uniformi in pendant».


Nelle sue foto, che sono «per lo più soggetti isolati in un mare di blu tenui e bianchi sporchi», David Behar trova un forte desiderio di solitudine, unito al consapevole senso di appartenenza nel trovarsi in un paradiso molto frequentato. Forse è per questo che le foto di Behar funzionano così bene: c'è una tensione che unisce situazioni contrastanti. Siamo abituati a pensare la bellezza iconica di Miami Beach come affollata, brulicante e piena di vita. Behar invece ci racconta la bellezza di questi lidi attraverso la solitudine di ore passate a camminare nel sole, sulla sabbia.

Francesco Cibati

David Behar: http://davidsbehar.com/
Shop: http://davidsbehar.com/Photography/Prints

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