Camilo Monzón Navas è un fotografo e direttore artistico colombiano.
Camilo Monzón Navas è un fotografo e direttore artistico colombiano. Vive nella capitale, Bogotá, della quale ci fornisce una nuova prospettiva, quella aerea, con un suo personalissimo taglio. Possiamo collocare Monzón Navas tra le schiere dei fotografi "esploratori", quelli che cercano un punto di vista differente da cui osservare la realtà che li circonda allo scopo di raccontarla. Il progetto – ci racconta – è nato per gioco, in seguito all'acquisto di un drone. Stando sul balcone di casa propria, Monzón Navas ha iniziato una serie di perlustrazioni aeree nei dintorni del proprio edificio, come qualsiasi persona che abbia appena acquistato un drone farebbe. La sensibilità del fotografo, però, ha fatto la differenza, indicando all'occhio il potere visivo delle immagini riprese con il drone, e suggerendo al cervello – sempre del fotografo, o forse del comunicatore – che certe viste di Bogotá andavano assolutamente condivise.
«Ho realizzato che le composizioni create dagli edifici attorno mi suggerivano un lato inedito di Bogotá, che doveva essere rivelato e mostrato a tutti».
In attesa di una meritata mostra ufficiale, Monzón Navas sfoggia i suoi lavori attraverso il suo account instagram e il suo profilo Behance, destando emozioni sopite anche tra chi non mastica architettura e urbanistica. Il campo di gioco di Monzón Navas è un misto di «forme geometriche, contrasti di luce, composizione e, in alcuni casi, colori che non si potrebbero vedere dalla strada».
Il risultato è quasi alieno, surreale. Spiega l'architettura della propria città secondo direttrici che nemmeno gli stessi progettisti degli edifici, o gli urbanisti comunali, avrebbero saputo indicare. L'alternanza tra primi piani di singoli edifici e composizioni più vaste rende il lavoro del fotografo colombiano meno uguale a se stesso, rispetto a tentativi analoghi di altre persone in altre città.
È interessante il nome scelto da Monzón Navas per il suo progetto: Aerial Facades. Durante l'intervista parla in realtà di facce, non di facciate, ma la sensazione è che i due concetti, almeno in questi scatti, arrivino ad avvicinarsi molto. Monzón Navas presenta gli edifici disegnati nelle immagini con linee talmente precise e dritte da farle apparire come prospetti, facciate, anziché tetti – il piano orizzontale viene ribaltato immaginificamente di 90°. Al contempo però, nel ritrarre costruzioni nella loro singolarità sembra farne veri e propri ritratti, mostrandone quindi la faccia. Faccia o facciata, dunque? Nelle sue parole quello che mostra è «la faccia migliore di Bogotá. Una città con tante facce se vista dalle strade e milioni di facce se vista dal cielo».
Quando gli abbiamo chiesto di rivelare qualcosa di più sul lato tecnico, e su cosa abbia trasformato un gioco in un vero e proprio progetto fotografico con decine e decine di scatti, il fotografo e direttore artistico ha rivelato quanto la possibilità di raggiungere uno zenith perfetto influisca sulla qualità del suo lavoro e sul senso di ribaltamento del piano orizzontale. Infatti sostioene che: «I droni danno la possibilità di comporre e inquadrare, ma la caratteristica che mi ha colpito di più è lo zenith che si può ottenere, la capacità di ascendere e discendere, e di controllare la fotocamera come un apparecchio professionale a seconda dei bisogni". Inoltre: "Per lo sviluppo di questo progetto sulle facciate aeree è principale la scelta della location. Poi ci sono varie cose da arrangiare come la correzione cromatica ma, al di là di quello, la cosa più importante è la composizione della fotografia».
Avanti allora, in attesa di una mostra ufficiale continuamo a scoprire Bogotá attraverso le foto che Camilo carica sul suo stream instagram, foto in cui la città punta rigorosamente il naso all'insù, guardando verso il cielo. E di cui Monzón Navas restituisce il controcampo.
Francesco Cibati
www.instagram.com/monzoonphoto
www.behance.net/Monzombie
