31-12-2018

Urbanika, i vincitori Next Landmark 2018 raccontano la Biennale di Venezia

Biennale di Venezia,

Per chiudere quest’anno in bellezza condividiamo le impressioni che i vincitori del nostro contest Next Landmark 2018, Federico Campos e Oscar Chavez dello studio messicano Urbánika, hanno raccolto a FREESPACE, la Biennale di Venezia, durante il loro viaggio premio.



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Urbanika, i vincitori Next Landmark 2018 raccontano la Biennale di Venezia Per chiudere quest’anno in bellezza condividiamo le impressioni che i vincitori del nostro contest Next Landmark 2018, Federico Campos e Oscar Chavez dello studio messicano Urbánika, hanno raccolto a FREESPACE, la Biennale di Venezia, durante il loro viaggio premio. Le illustrazioni sono di Oscar Chavez.

Mentre facciamo i nostri migliori auguri all’architetto Hashim Sarkis, titolare di Hashim Sarkis Studios (HSS), quale curatore della 17a Mostra Internazionale di Architetture della Biennale di Venezia 2020, ecco la review dell'edizione 2018 di Federico Campos e Oscar Chavez, dello studio messicano Urbánika, vincitori del premio Landmark of the Year 2018, ottenuto con l’intrigante storytelling architettonico del bar ristorante La Champa a Chihuahua.
Il premio dell’ottava edizione del contest internazionale Next Landmark è stato un viaggio presso la Biennale di Venezia. Così condividiamo le impressioni dei due architetti vincitori, oltre ai bellissimi croquis realizzati da Oscar Chavez.
Iniziamo dalle Corderie dell’Arsenale, con la sua prima sala vuota, in netto contrasto con l’installazione voluta da Aravena (Fundamentals) fatta con i rimasugli della Biennale d'Arte 2015. Vedendola sostengo i due architetti messicani: “Ci sono delle influenze tra le varie edizioni il ché sembra naturale, in quanto solo elaborando il passato si arriva alla crescita e all’evoluzione”.
Questa è stata un'edizione immensa, meno male che la maggior parte delle installazioni sia online, per chi se ne sta a casa, mentre per il visitatore questa massiccia presenza mediatica della Biennale e dei suoi contenuti è croce e delizia, tra la familiarità visiva e le aspettative create da un setting che sembra fatto per essere instagrammato. Un esempio per tutti: il Padiglione Svizzero, vincitore del Leone d’Oro. Qui Federico Campos e Oscar Chavez commentano: “C'era la fila per fare le foto al padiglione; speriamo che il magnifico spazio generi anche una discussione sull'architettura delle case in affitto…”
Altro grande tema per Campos e Chavez è la rappresentazione architettonica passando dai modelli bianchi stampati in 3D ai classici esempi in cartone, legno o altri materiali naturali, con disegni a mano o computerizzati, per arrivare a un misto di tecnologia, imperfezione umana e bellezza.
Il pezzo forte della Biennale? La prima partecipazione della Santa Sede sull’isola di San Giorgio Maggiore in un tutt’uno tra architettura e natura. Per Federico Campos qui, tra le dieci cappelle presentate, la migliore è quella di Smiljan Radic (Cile). Una struttura tronco-conica con una texture nel cemento che le conferisce un'atmosfera pixellata, casuale e lo-fi, perfetta per catturare le ombre degli alberi che provengono dalla sommità del vetro. Eliminando gli elementi che si riferiscono a una dimensione umana tradizionale, la cappella mescola struttura, significato e paesaggio.
Naturalmente la Biennale aiuta a far progredire la carriera degli architetti emergenti. Da maggio, diversi partecipanti sono stati premiati con grandi riconoscimenti: Carla Juacaba è l'architetto emergente di Architectural Reviews del 2018; l'Edificio E di Barclay & Crousse ha vinto il Mies Crown Hall Americas Prize di quest'anno.
Rimane la domanda su cosa sia Freespace? Sicuramente un titolo passeggero (come Less Aesthetics More Ethics, di Massimiliano Fuksas nel 2000), ma ciò che è stata una costante nelle diverse presentazioni, sia nei padiglioni che all'Arsenale, è l'idea dell’incompleto che aleggia nei progetti, negli interventi urbani e nelle indagini.
I veri protagonisti? Sicuramente le persone di tutto il mondo, i tanti visitatori che danno senso all’evento e alle ricerche esposte. Ora la curiosità per la 17a edizione della Biennale di Architettura è alta.

Christiane Bürklein

Croquis: Oscar Chavez, Urbánika
Urbánika, Chihuahua
 

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