- Blog
- News
- Stodistante, spazio pubblico consapevole di Caret Studio
Guardando le immagini dall’alto della piazza di Vicchio, una cittadina nella valle del Mugello in Toscana che annovera tra i suoi discendenti Giotto e Beato Angelico, vediamo un disegno di quadrati bianchi sul pavimento. Appaiono come un intervento urbano ispirato alla op art, invece si tratta di una risposta concreta alla domanda che affligge un po’ tutti di questi tempi: come rendere visibile e vivibile, in epoca di coronavirus, il distanziamento sociale imposto alla convivenza? Constatato che tali misure di sicurezza saranno necessarie ancora per diverso tempo, come applicarle senza danneggiare visivamente il contesto urbano attraverso una moltitudine di segnalazioni, cartelli, indicazioni, barriere che, inoltre, creano un forte senso di disagio negli utenti, cioè i cittadini?
Spiegano i giovani architetti di Caret Studio: “queste settimane di reclusione hanno cambiato la nostra percezione dello spazio pubblico, e per la nostra generazione è la prima volta che ci siamo trovati ad avere ‘timore della collettività’. Questo senso di insicurezza, insieme alla permanenza prolungata nei nostri spazi, ci ha spinto a ripensare come riappropriarsi dello spazio pubblico senza paura. Stodistante rappresenta un’applicazione di questa voglia di riconquista della collettività.”
Così i tre architetti, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni e Giulio Margheri, hanno pensato a una soluzione poco invasiva, intelligente e al tempo stesso con un certo potenziale ludico, partendo dalle normative della Regione Toscana, che individuano la misura di 180 cm, quale distanza da mantenere tra le persone per limitare i contagi.
A partire da questo regolamento è stata disegnata una griglia regolare, “individuata come elemento generatore e di controllo della distanza di sicurezza”. Per adeguare questo concetto, senza inficiare la bellezza complessiva della piazza centrale del paese, la griglia è stata sviluppata attraverso una serie di quadrati bianchi in vernice rimovibile che crescono di dimensione dai lati verso il centro. In questo modo si sono create nuove prospettive che possono generare altrettante inusuali interazioni con il contesto. Insomma, hanno evitato di tracciare a terra delle caselle che non solo avrebbero ricordato i posteggi delle automobili, ma avrebbero potuto creare un senso di isolamento. In altre parole, con questo progetto la piazza, costellata dai quadrati, acquista una dimensione spaziale nuova.
La strategia parte dalla piazza del paese, ma, come sostengono gli architetti di Caret Studio, potenzialmente potrebbe espandersi a tante altre zone pubbliche, creando un’infrastruttura temporanea per una nuova socialità, nonché diventando un’occasione per riflettere sull’uso delle piazze urbane, stimolando un dibattito in merito allo spazio pubblico.
Va fatto notare che l’intervento pare essere in linea con il nome stesso dello studio, in quanto Caret è un simbolo tipografico, o meglio il segno di omissione di una parola o una frase che deriva dal latino caret “manca”. Così Caret Studio entra in gioco quando manca qualcosa, ne segnala l'assenza, evidenziandone la necessità. Un gesto urbano che i tre architetti hanno operato appunto con Stodistante, stimolando i cittadini nel riappropriarsi dello spazio pubblico, off limits per tante settimane, ma rispettando soprattutto la sicurezza del singolo e della comunità. Il tutto, come è visibile, con creatività ed eleganza.
Christiane Bürklein
Progetto: Caret Studio
Luogo: Vicchio, Toscana
Anno: Maggio 2020
Immagini: Francesco Noferini
Spiegano i giovani architetti di Caret Studio: “queste settimane di reclusione hanno cambiato la nostra percezione dello spazio pubblico, e per la nostra generazione è la prima volta che ci siamo trovati ad avere ‘timore della collettività’. Questo senso di insicurezza, insieme alla permanenza prolungata nei nostri spazi, ci ha spinto a ripensare come riappropriarsi dello spazio pubblico senza paura. Stodistante rappresenta un’applicazione di questa voglia di riconquista della collettività.”
Così i tre architetti, Matteo Chelazzi, Federico Cheloni e Giulio Margheri, hanno pensato a una soluzione poco invasiva, intelligente e al tempo stesso con un certo potenziale ludico, partendo dalle normative della Regione Toscana, che individuano la misura di 180 cm, quale distanza da mantenere tra le persone per limitare i contagi.
A partire da questo regolamento è stata disegnata una griglia regolare, “individuata come elemento generatore e di controllo della distanza di sicurezza”. Per adeguare questo concetto, senza inficiare la bellezza complessiva della piazza centrale del paese, la griglia è stata sviluppata attraverso una serie di quadrati bianchi in vernice rimovibile che crescono di dimensione dai lati verso il centro. In questo modo si sono create nuove prospettive che possono generare altrettante inusuali interazioni con il contesto. Insomma, hanno evitato di tracciare a terra delle caselle che non solo avrebbero ricordato i posteggi delle automobili, ma avrebbero potuto creare un senso di isolamento. In altre parole, con questo progetto la piazza, costellata dai quadrati, acquista una dimensione spaziale nuova.
La strategia parte dalla piazza del paese, ma, come sostengono gli architetti di Caret Studio, potenzialmente potrebbe espandersi a tante altre zone pubbliche, creando un’infrastruttura temporanea per una nuova socialità, nonché diventando un’occasione per riflettere sull’uso delle piazze urbane, stimolando un dibattito in merito allo spazio pubblico.
Va fatto notare che l’intervento pare essere in linea con il nome stesso dello studio, in quanto Caret è un simbolo tipografico, o meglio il segno di omissione di una parola o una frase che deriva dal latino caret “manca”. Così Caret Studio entra in gioco quando manca qualcosa, ne segnala l'assenza, evidenziandone la necessità. Un gesto urbano che i tre architetti hanno operato appunto con Stodistante, stimolando i cittadini nel riappropriarsi dello spazio pubblico, off limits per tante settimane, ma rispettando soprattutto la sicurezza del singolo e della comunità. Il tutto, come è visibile, con creatività ed eleganza.
Christiane Bürklein
Progetto: Caret Studio
Luogo: Vicchio, Toscana
Anno: Maggio 2020
Immagini: Francesco Noferini