02-06-2021

Othernity, l’Ungheria alla 17a Biennale di Architettura

Venezia, Italia, Budapest,

Biennale di Venezia,

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Othernity, la mostra ungherese presso la Biennale Internazionale di Architettura di Venezia del 2021, fornisce delle stimolanti risposte in merito a quali lezioni si possono trarre dall'eredità del modernismo architettonico, in particolare per l'Europa centrale e orientale. 12 gli studi emergenti coinvolti che presentano degli input interessanti, anche per altri contesti geografici.



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Othernity, l’Ungheria alla 17a Biennale di Architettura Da sempre su Livegreenblog ci impegniamo per il salvataggio delle architetture moderniste (link Oslo), in quanto riteniamo che la semplice demolizione, con successiva sostituzione di nuovi edifici, non risolva i problemi, spesso erroneamente collegati alle architetture in sé stesse anziché al sistema complessivo in cui si inseriscono.
Per questo motivo il padiglione ungherese alla 17a Biennale di Architettura di Venezia con il progetto Othernity ha catturato il nostro interesse, poiché il team curatoriale ha indagato il potenziale del patrimonio architettonico modernista dell’Europa dell’Est, quello risalente a un’epoca spesso contestata. Consapevoli che molte decisioni in merito a queste demolizioni siano alimentate da questioni di sostenibilità, da una repulsione estetica e da un’avversione politica, i curatori invece propongono il contrario: il modernismo anziché essere distrutto o trasformato dovrebbe essere conservato e utilizzato. Un patrimonio che dovrebbe servire quale punto di partenza per sviluppare un comportamento responsabile e innovativo nei confronti della futura pratica architettonica.
In più, dato che un tale atteggiamento affligge tutti i paesi dell’ex-area socialista, il team curatoriale di Othernity, composto da Attila Róbert Csóka, Szabolcs Molnár, Dávid Smiló, propone un progetto collaborativo. Ha infatti invitato 12 giovani ed emergenti studi di architettura dell'Europa centrale e orientale a recuperare altrettanti edifici modernisti d’epoca socialista di Budapest. Tali studi, dato il comune background storico dei paesi d'origine, sono allo stesso tempo sufficientemente vicini e lontani da questa tipologia architettonica. Tutto questo poiché si tratta della prima la generazione di architetti che non ha vissuto direttamente il socialismo, quindi non ha una memoria diretta dei metodi di produzione architettonica dell’epoca, eppure sono cresciuti tra questi edifici e ne conservano dei ricordi comuni, che essi siano di Varsavia, Bratislava, Belgrado, Tallinn, Skopje, Zagabria, Cracovia, Bucarest o Praga.
La loro risposta progettuale, all’interno del padiglione ungherese, ha così portato alla creazione di una mostra di grande eleganza e chiarezza, piacevolmente analogica e con dei light box in cui vengono mostrati i singoli edifici. Questi sono in seguito arricchiti da una parte “pratica” composta da modelli o sculture di grande impatto visivo, i quali suggeriscono dei nuovi usi per queste architetture recuperate. In tutto ciò è così percepibile la capacità dei giovani architetti di andare oltre le apparenze, al fine di ritrovare quel valore che l'architettura comunitaria e pubblica, creata con risorse limitate per un'epoca e una società passata, abbia ancora una continuità con i luoghi in cui è inserita. Per i curatori quindi è utile cambiare l’atteggiamento con cui si pensa al patrimonio modernista, concentrandosi su quanto è veramente significativo per il nostro presente e per il nostro futuro. Una riflessione che non è certamente da limitarsi alla sola Europa orientale.
Lasciamo in chiusura spazio alle loro parole: “Vediamo Othernity come un nuovo metodo collaborativo per ripensare i nostri modi di protezione del patrimonio; come un esempio per una comunità architettonica più responsabile e una società più sensibile. Come vivremo insieme, chiede Hashim Sarkis, curatore della 17esima Biennale di Architettura. La nostra risposta è: usando ciò che abbiamo, ma in modo più comprensivo, innovativo ed emotivo.”

Christiane Bürklein

Othernity - Padiglione Ungherese alla 17. Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia
dal 22 maggio al 21 novembre 2021
Giardini della Biennale, Venezia
Commissario Nazionale: Julia Fabényi
Curatore: Dániel Kovács
Team curatoriale: Attila Róbert Csóka, Szabolcs Molnár, Dávid Smiló
Organizzatore: Museo Ludwig - Museo d'Arte Contemporanea, Budapest
I 12 partecipanti: A-A Collective, Architecture Uncomfortable Workshop, b210, BUDCUD, KONNTRA, MADA, MNPL Workshop, Paradigma Ariadné, PLURAL, Vojtěch Rada, LLRRLLRR, Studio Act
Immagini: Daniel Domolky
Ulteriori informazioni: http://othernity.eu/

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