04-02-2019

Caffè Fernanda di rgastudio, una sinfonia di colori alla Pinacoteca di Brera

rgastudio,

Michele Nastasi,

Milano,

Ristoranti, Tempo Libero, Musei,

rgastudio ha firmato il progetto del Caffè Fernanda, parte del progetto di riallestimento della Pinacoteca di Brera.



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Caffè Fernanda di rgastudio, una sinfonia di colori alla Pinacoteca di Brera rgastudio ha firmato il progetto del Caffè Fernanda, parte del progetto di riallestimento della Pinacoteca di Brera. Il nome rende omaggio alla visionaria direttrice Fernanda Wittgens a cui si deve la riapertura del museo nel 1950, dopo la distruzione dovuta alla seconda guerra mondiale.


Quando si va a un museo la presenza di una caffetteria, cioè di un luogo conviviale dove riposarsi e rifocillarsi dopo la visita delle collezioni, è un grande plus. Un luogo che deve ovviamente rispecchiare, in un certo senso, l’anima dell’istituzione. Ne è un esempio di rara bellezza ed eleganza il Caffè Fernanda, progettato da rgastudio nell’ex ingresso principale della Pinacoteca di Brera. Il nome è un omaggio a Fernanda Wittgens, storica d’arte, che non solo fu la prima donna in Italia a dirigere un museo, ma provvide alla ricostruzione della Pinacoteca di Brera dopo i devastanti bombardamenti dell’agosto 1943. Fu così che il 9 giugno 1950 inaugurò la “Grande Brera” , dedicandola al defunto Modigliani. Un insieme di trentotto spazi espositivi completamente ristrutturati su progetto di Piero Portaluppi. Wittgens puntava con la sua idea a creare un “museo vivente”, quindi riempì le sale di fiori, ospitò sfilate di moda e prolungò l’apertura fino a tarda sera, che in quegli anni è stata una scelta davvero innovativa.
Il progetto della caffetteria, realizzato da rgastudio, è parte del percorso museale e in particolare del nuovo riallestimento delle 38 sale, voluto negli ultimi 3 anni dal direttore James Bradburne. Questo spiega anche la scelta cromatica. Qui l'intenso color ottanio, scelto per le pareti già da Piero Portaluppi, è coerente con i diversi toni caldi che si incontrano nelle 38 sale espositive completamente ristrutturate, il che esalta le grandi opere d’arte presenti nel Caffè, fra cui troviamo: la Conversione del Duca d’Aquitania di Pietro Damini, Le tre Grazie di Bertel Thorvaldsen, il busto di Fernanda Wittgens di Marino Marini e il suo ritratto eseguito da Attilio Rossi.
Per l’illuminazione dell’ambiente e delle sue opere gli architetti di rgastudio hanno scelto proiettori Led orientabili e montati su binari, i quali ricalcano l’orditura delle travi in gesso esistenti, mentre sono stati recuperati e restaurati gli splendidi pavimenti marmorei in Fiore di Pesco e le cornici in Rosso Lepanto, ereditati dal progetto di Piero Portaluppi. Sotto la tela seicentesca del Damini è stato posto il grande bancone del bar dalle estremità arrotondate. Il progetto del banco reinterpreta i mobili anni '50 in legno cannettato, stravolgendone le dimensioni, in quanto è costituito da grandi liste semicircolari di noce canaletto e da un sottile piano in ottone anticato.
Anche i tavoli sono in ottone e noce. In questo caso la volontà di usare i medesimi materiali per gli arredi della sala è mirata a uniformare lo spazio, allo scopo di non interferire con la visione delle opere, di cui alcune si possono già ammirare nel caffè stesso. Tutto questo perché con il Caffè Fernanda rgastudio ha firmato uno spazio conviviale, volto a migliorare l’offerta della Pinacoteca di Brera e in continuità stilistica con il museo. Un risultato ottenuto attraverso scelte architettoniche oculate che sottolineano la bellezza delle opere come della preesistenza.

Christiane Bürklein

Progetto: rgastudio
Luogo: Pinacoteca di Brera, Milano
Anno: 2018
Fotografie: Michele Nastasi

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