06-06-2018

Biennale 2018, menzione speciale al Padiglione della Gran Bretagna

Caruso St John Architects, Marcus Taylor,

Cultureshock Media, Hélène Binet,

Biennale di Venezia, Padiglioni,

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Più FREESPACE di così non si poteva trovare ai Giardini della Biennale: la partecipazione nazionale della Gran Bretagna ha vinto la menzione speciale della giuria della 16a Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia.



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Biennale 2018, menzione speciale al Padiglione della Gran Bretagna Più FREESPACE di così non si poteva trovare ai Giardini della Biennale: la partecipazione nazionale della Gran Bretagna ha vinto la menzione speciale della giuria della 16a Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia. Un padiglione vuoto sormontato da una terrazza con vista laguna.


Quando stavamo passeggiando nei Giardini della Biennale, in occasione della preview della 16a Mostra Internazionale di Architettura, siamo ovviamente anche arrivati al Padiglione della Gran Bretagna dalla posizione strategica in cima al viale. Un edificio inaugurato nel 1897 come casa da tè all'interno dei Giardini, è poi adattato per essere utilizzato come Padiglione Britannico alla Biennale di Venezia del 1909.
Già da lontano si è notato una vistosa impalcatura a sostegno del nuovo cappello dell’edificio, una piattaforma in legno, quindi la curiosità di conoscere da vicino la mostra ISLAND, curata da Caruso St John Architects e l’artista Marcus Taylor, era tanta. Ma niente mostra e in compenso davvero tantissimo FREESPACE. Un edificio vuoto
Citiamo la motivazione della giuria internazionale per l’assegnazione della menzione speciale come Partecipazione Nazionale alla Gran Bretagna “per una proposta coraggiosa che utilizza il vuoto per creare uno “spazio libero” destinato a eventi e appropriazioni informali”. Una decisione che sicuramente avrà suscitato qualche malumore, ma che dal punto di vista puramente Freespace ci vede pienamente d’accordo. Perché qui di spazio libero ce n’è a bizzeffe dagli interni alla terrazza sul tetto, pensata come nuovo spazio pubblico. Un nuovo luogo raggiungibile attraverso la scalinata, posizionata a fianco al Padiglione, che  ripaga la fatica della salita con una vista mozzafiato sulla laguna e i Giardini della Biennale. Unico neo: la quasi totale mancanza di ombra perché l’esiguo numero di ombrelloni gialli su un lato del terrazzo offre rifugio solamente a pochi avventori. Il forte impatto visivo della nuova struttura, al cui centro svetta una porzione di tetto del padiglione quale riferimento all’isola, si evince al meglio nelle fotografie fatte con il drone.
ISLAND ci è sembrata una provocazione dal tipico sense of humour britannico. Una risposta forte ai molti problemi che affliggono la Gran Bretagna della Brexit, una nazione isolana che rischia di rimanere isolata. Da qui l’invito espresso ai padiglioni adiacenti di usare lo spazio libero del Padiglione Britannico per portarci dei loro eventi.
Spiegano i curatori, gli architetti Adam Caruso e Peter St John dello studio Caruso St John, insigniti del RIBA Stirling Prize 2016 per la Newport Gallery per Damian Hirst, e l’artista Marcus Taylor, che l’assenza di oggetti in mostra serve a far vivere la struttura come edificio nelle sue varie accezioni, come un’isola che può significare rifugio, ma anche esilio. Si vuole offrire un punto di incontro per uno scambio di idee, una piattaforma che si concretizza appunto nella nuova struttura sul tetto, dalla quale si può guardare al futuro come al passato, nel bene e nel male. Perché nel padiglione vuoto si può raccontare tutta la storia del luogo, le storie e le idee degli espositori e del pubblico che hanno attraversato l'edificio nelle precedenti Biennali, lasciandosi permeare dal FREESPACE come nessun’altra partecipazione nazionale.

Christiane Bürklein

ISLAND
Padiglione Britannico alla
16a Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia
Commissario: Sarah Mann - Architecture Design Fashion British Council
Curatori: Caruso St John Architects, Marcus Taylor
Sede: Giardini, Venezia
Immagini: Hélène Binet - foto dal drone: Cultureshock Media
Ulteriori informazioni: https://venicebiennale.britishcouncil.org

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