10-09-2020

Belarusian Memorial Chapel di Spheron Architects

Spheron Architects,

Hélène Binet,

Londra,

Chiese & Cimiteri,

Legno,

La piccola cappella commissionata dalla la comunità bielorussa e realizzata a nord di Londra da Spheron Architects per commemorare le vittime del disastro nucleare di Chernobyl è il primo edificio di culto in legno della città, dopo il grande incendio di Londra nel 1666. Si tratta di un’architettura intima e accogliente che combina elementi tradizionali e contemporanei.



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Belarusian Memorial Chapel di Spheron Architects Il numero degli abitanti di origine bielorussa a Londra, specialmente nel nord della città, è piuttosto nutrito. Un fatto in correlazione diretta con il tragico incidente nucleare di Chernobyl del 1986 che ha provocato l’esodo di migliaia di persone, spingendo molti bielorussi a stabilirsi in paesi come il Regno Unito. Perché, nonostante il reattore si trovi in Ucraina, quasi il 25% del territorio bielorusso e il 20% della popolazione ha subito le conseguenze del disastro, in quanto il 70% delle ricadute radioattive si è abbattuto proprio sulla Bielorussia meridionale. La conseguenza peggiore per il paese è stata infatti la perdita di terra coltivabile, poiché un quinto dei terreni agricoli della Bielorussia è stato contaminato. Da tutto ciò deriva la risposta progettuale del giovane studio Spheron Architects, incaricato dalla Santa Sede di Roma di commemorare il trentesimo anniversario del disastro nucleare con un’opera. 
È nata così un’architettura ispirata alle chiese rurali in legno tipiche della Bielorussia, la quale mira a combinare il linguaggio costruttivo tradizionale con quello contemporaneo la sua tecnologia. Allora la tavolozza dei materiali utilizzati per la piccola struttura di soli 70 metri quadrati è stata limitata al legno e al vetro, al preciso scopo di riflettere la bellezza austera e tranquilla delle chiese tradizionali. Una scelta maturata grazie al fatto che il direttore di Spheron Architects, Tszwai So, ha trascorso del tempo in Bielorussia per compiere delle ricerche sulla progettazione delle chiese tradizionali in legno, comprese quelle abbandonate in seguito al disastro nucleare di Chernobyl.
Per Spheron Architects l’obiettivo principale di un tale luogo della memoria è stato quello di creare un’architettura “emozionalista in cui l’utente può trovare un personale modo di ricordare. Un atteggiamento intrinsecamente empatico, distante dai tipici memoriali dove alcuni progettisti sembrano più interessati all’impatto visivo che a quello emotivo di coloro a cui si rivolgono.
La ponderata miscela di design tradizionale bielorusso e contemporaneo contiene quindi in questa opera molti elementi del simbolismo storico e culturale dello stato, senza però perdere la relazione con il contesto urbano in cui si inserisce. Un dialogo dinamico, ottenuto attraverso il piccolo giardino alberato che circonda l’edificio di culto. 
Ma non solo, la cappella è stata anche progettata secondo i criteri di sostenibilità e inclusione, in quanto dispone di un sistema di riscaldamento a risparmio energetico ed è attrezzata con una passerella per le persone su sedia a rotelle. 
L’attenzione alle emozioni dei giovani architetti ha pure ricevuto riconoscimenti a livello internazionale, infatti la Belarus Memorial Chapel ha vinto nel 2018 il World Architecture Festival WAF, quale “Religious Building of the Year” ed è stata nominata, nel 2019, per il premio europeo Mies van der Rohe. 
E ora possiamo anche sperimentare tutte le sensazioni che trasmette questa architettura attraverso le immagini della fotografa di architettura Hélène Binet.
Segnaliamo, per chi volesse approfondire, che nel podcast di Floornature, AllGoodVibes, Tszwai So racconta le nozioni dell’emozionalismo, quale corrente architettonica che non è tanto uno stile, quanto un atteggiamento da parte dell’architetto. Una forma mentis che risponde al desiderio di avere relazioni autentiche, in particolare in un momento di maggiore virtualizzazione del nostro mondo, in cui sono gli algoritmi a influire sia sulla sfera sociale che sull’ambiente costruito.

Christiane Bürklein

Project: Spheron Architects
Location: London, UK
Year: 2017
Images: Hélène Binet

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