17-06-2021

Addio a Gottfried Böhm architetto del sacro

Gottfried Böhm,

Colonia, Germania,

Chiese & Cimiteri,

Il 9 giugno a Colonia è morto l'architetto Gottfried Böhm, aveva 101 anni. Figlio d'arte, anche suo padre Dominikus era un noto architetto, e Pritzker Prize nel 1986, Gottfried Böhm è stato un importante architetto della ricostruzione del dopoguerra in Germania. Autore di edifici pubblici e privati nonché di oltre sessanta chiese, alcune delle quali sono tra i più importanti esempi dell'architettura sacra del Novecento. Tra queste la più conosciuta è certamente il Santuario di Maria regina della Pace realizzato a Neviges, in Germania, e considerata il suo capolavoro.



Addio a Gottfried Böhm architetto del sacro

All'età di 101 anni, il 9 giugno è morto a Colonia l'architetto Gottfried Böhm. Figlio d'arte, suo padre Dominikus era un noto architetto tedesco, autore di numerose chiese cattoliche e di edifici ecclesiastici considerato un anticipatore dell'architettura sacra contemporanea.
Gottfried Böhm è stato un grande protagonista dell'architettura in Germania del dopoguerra, vincitore del Pritzker Prize nel 1986, era nato a Offenbach-am-Main il 23 gennaio 1920. Si era formato alla Technische Hochschule di Monaco e dopo la laurea, nel 1946, si era dedicato per un anno allo studio della scultura presso l'Accademia di Belle Arti di Monaco, una formazione importante per quello che poi sarà il processo progettuale con cui darà forma ai suoi edifici. Dal 1947 iniziò a lavorare, come assistente architetto, nello studio paterno, di cui prenderà le redini alla morte del genitore nel 1955. In quegli stessi anni, collaborerà con la Società per la Ricostruzione di Colonia diretta da Rudolf Schwarz, sposerà nel 1948 l'ingegnere e architetta Elisabeth Haggenmueller e nel 1951 si recherà negli Stati Uniti per lavoro e studio. Per sei mesi lavorerà a New York nello studio di Cajetan Baumann, mentre nel corso del viaggio di studio incontrerà Mies van der Rohe e Walter Gropius, i due importanti maestri dell'architettura per i quali nutriva una forte ammirazione.
Alle teorie del Bauhaus e all'influenza paterna sono legati i primi progetti indipendenti realizzati da Gottfried Böhm. Successivamente, maturò la profonda convinzione che ogni singolo incarico architettonico, anche il più piccolo, rivestisse grande importanza e dovesse tenere in conto tre fattori principali: tempo, luogo e uomo. Rifiutando quindi le etichette di “architetto espressionista” o “post Bauhaus” preferiva definirsi come architetto che crea "connessioni". Connessioni tra antico e nuovo, come nel municipio di Bensberg o nel ristorante progettato a Bad Kreuznach, tra le idee e il mondo fisico, tra il singolo edificio e l'ambiente urbano, e quindi tra spazi privati e pubblici o semi-pubblici, traducendo le connessioni in forme, materiali e colori delle architetture progettate. Alla guida del suo studio d'architettura Gottfried Böhm ha realizzato molti edifici, sia pubblici (musei, teatri, municipi, centri culturali e civici), sia privati (abitazioni, uffici, case popolari e condomini, a uso misto) ed è stato autore di oltre sessanta chiese, alcune delle quali sono considerate capolavori dell'architettura sacra del Novecento, tra queste la più conosciuta è certamente il Santuario di Maria regina della Pace a Neviges, in Germania. Nell'ambito dei progetti di pianificazione urbana si è occupato del centro storico di Colonia e in particolare dell'area intorno alla Cattedrale e alla zona di Heumarkt, della Prager Platz di Berlino, dell'area intorno al castello di Saarbruecken, del quartiere Lingotto a Torino, in Italia.
"Penso che il futuro dell'architettura non stia tanto nel continuare a riempire il paesaggio,” affermava “quanto nel riportare vita e ordine nelle nostre città e paesi" opponendosi quindi al sovraffollamento dell'ambiente con elementi di design non necessari.
Dal punto di vista dei materiali benché il cemento armato faccia a vista sia stato il materiale d'elezione per molti suoi progetti, come nel già citato Santuario di Neviges, si trattava di scelte dettate dalla tecnologia disponibile. Difatti, quando il progresso tecnologico lo ha consentito, l'architetto tedesco ha preso in considerazione nuovi materiali come l'acciaio e il vetro, usati per la prima volta nel progetto del centro civico di Bergisch Gladbach (1963-1965).

(Agnese Bifulco)

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