07-03-2014

Robert Kirkbride – Associate Professor of Product Design, Constructed Environments.

Paolo Schianchi,

Sport & Wellness, Paesaggio, Ville,

Design,

Mostra, Master,

L'oggetto comunica, è un'immagine, e i progettisti si stanno cimentando in questa nuova frontiera della progettualità. Robert Kirkbride ne parla dal punto di vista del docente presso la Parsons The New School for Design di New York.



Robert Kirkbride – Associate Professor of Product Design, Constructed Environments.

Quanta importanza ha il visual marketing o visual design nel suo processo creativo?
Dipende dal significato di visual marketing o visual design.
Io produco disegni, immagini, modelli e prototipi quali parti integranti del processo di creazione, reiterando e realizzando un progetto preciso. Se visual marketing viene inteso come prassi nella contestualizzare di un'idea e stimolo per la catena degli effetti necessari ad avere un risultato – un prodotto – allora è importante. Però tutta la progettazione fa leva sull'arte delle persuasione durante il proprio processo, anche attraverso metodi differenti. Ogni artefatto umano incorpora la retorica della sua creazione.

Il contesto fisico e culturale è un'immagine, Lei lo include o esclude nelle sue ideazioni? E perchè?
Per secoli gli esseri umani hanno usato l'immaginazione e la decorazione – nella poesia, nella musica, sui nostri corpi e nelle nostre case – per raccontare storie e mettere le ali all'immaginazione. Studio l'influenza degli artefatti tangibili quali mobili, interior, installazioni, edifici, città e paesaggi, sui non tangibili, quali memoria e identità. Il progetto ci dà i mezzi per metterci in mostra e per poterci adattare, come gruppi e come individui.
In un progetto attuale per il Morbid Anatomy Museum a Brooklyn tutto questo lo stiamo affrontando in due scale interpretative. In primis il nostro scopo è di creare un edifico-come-armadio nel quartiere Gowanus, dove artefatti che tipicamente “scappano dai buchi” della conoscenza scientifica vengano prodotti ed esibiti. In linea con questo approccio ci sono delle occasioni fantastiche per mettere in evidenza l'interno di un edificio industriale che normalmente viene nascosto. In secondo piano il progetto offre una ghiotta opportunità di indagare a fondo il contesto storico al fine di collezionare e classificare la conoscenza, resuscitando e trasformando l'eredità di reliquari, studioli e gabinetti-delle-curiosità (Kunstkammer).

Quanto influiscono spazio e tempo nei suoi progetti?
Quando esamino il passato, riconosco differenze e somiglianze spaventose con altri autori che non conoscerò mai direttamente. Gli artefatti costruiti – siano essi poesie, un piatto o una piazza – mi portano oltre me stesso. Anche se è impossibile sapere con certezza assoluta cosa significasse un oggetto per il suo utilizzatore originale io rifletto su come è stato usato, mettendomi nei panni dell'altro.
La conoscenza/coscienza della storia sviluppa l'empatia, anche se quegli artefatti sono lontani 500 anni o 500 km da me.

E' possibile raccontare la verità in un progetto?
Sì, anche se questa verità non è mai singolare e solo raramente autoevidente. Per un dato progetto emergono e si uniscono verità multiple in proporzione variabile: la verità pragmatica del sito; la verità simbolica del contesto culturale; i rispettivi talenti dei progettisti a produttori e la loro intelligenza condivisa; l'ampiezza delle aspirazioni del cliente e la loro profondità delle risorse; per dire solo alcuni. Poi dipende da come ognuno guidi queste influenze e le trasformi attraverso innumerevoli decisioni, mostrando le verità della propria poetica.
Queste verità si manifestano sempre, e mai uguali, di progetto in progetto.

NOTA: In questa serie di interviste incontriamo figure di spicco del mondo progettuale per approfondire il dibattito.

(Paolo Schianchi)

Images:DATA FOR PROJECT PHOTOS   
Project: Milstein-O’Connor Residence 
Location: West Village, New York City 
Design: Robert Kirkbride 
Master Carpenter: Fabio Salvatori 
 
  Photo Credits: 
All photos © Robert Kirkbride 
Photo credit for Robert Kirbride: Melissa Grey 
Photo credit for Project photos: Martin Seck


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