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Peter Eisenman


Biografia

Originario del New Jersey, Peter Eisenman (1932) ha intrattenuto da sempre un forte legame culturale con intellettuali, storici e artisti europei, tra cui Rowe, Tafuri, Chomsky e Derrida, che ne hanno influenzato il pensiero progettuale.
Le sue opere architettoniche e urbanistiche, ma soprattutto la lunga attività teorica ed educativa, lo collocano, idealmente, “vicino all’arte concettuale” e al decostruttivismo, con una forte componente sperimentale e una costante ricerca di dialogo tra opposti e discipline apparentemente scollegate dall’architettura tradizionale (filosofia, semantica, linguistica, tra le altre).

"Profondo conoscitore del razionalismo italiano (...) ha progettato piani residenziali e di urbanistica, innovative abitazioni private ed edifici pubblici, ricercando sempre una dialettica fra opposti architettonici" (Treccani).
Il legame con l'Italia è di lunga data. Eisenman la visita per la prima volta nell'estate del 1961, nel periodo in cui insegnava a Cambridge. Entra così in contatto con l'opera di architetti classici che ne hanno in seguito influenzato il pensiero, tra i quali Scamozzi, Vignola e Palladio. Quest'ultimo soggetto di una sua splendida mostra presso l'Università di Yale nel 2012.

Eisenman è stato l'esponente principale del gruppo denominato New York Five (o Five Architects) - dal nome della mostra collettiva al MoMA (1967) e dal volume Five Architects (1972) - assieme a John Hejduk, Michael Graves, Charles Gwathmey e Richard Meier. Un gruppo ispirato ai lavori di Le Corbusier e al modernismo in genere.

Nello stesso periodo Eisenman fonda l'Istituto per l'Architettura e gli Studi Urbanistici (IAUS, 1967), un think tank internazionale per l'architettura con sede a New York e che dirige fino al 1982, al pari della rivista Oppositions (1973-82). La sua analisi progettuale è teorizzata in numerosi volumi, tra cui The Formal Basis of Modern Architecture: Dissertation (1963) e Giuseppe Terragni (1985).
Dell'architetto razionalista italiano, Eisenman è profondo ammiratore e conoscitore fin dalla prima visita in Italia nel 1961, affermando: "davanti alla Casa del Fascio di Terragni, emblema del razionalismo, ebbi un'epifania. Rimasi stordito, un'architettura così non l'avevo mai vista" (intervista di F. Erbani a La Repubblica, 2015).

La prima fase della sua produzione giovanile rimane soprattutto teorica. In seguito, Eisenman diviene noto per le numerose abitazioni in grado di suscitare accesi dibattiti (House I a Princeton, 1967-68; House VI a Cornwall, 1972), per la presenza di una "sperimentazione spesso polemica" culminata nel complesso multidisciplinare e laboratorio internazionale del Wexner Center for the Visual Arts, Ohio State University, Columbus (1983-89)
Si tratta di costruzioni modulari anticonvenzionali, la cui sequenza geometrica e temporale (Houses I-XI) è solo apparentemente frammentaria e dissacrante.

In realtà, queste case costituiscono un insieme di “nuove” regole costruttive, che per determinate caratteristiche viene definito Cardboard Architecture.
Un’ulteriore fase della sua produzione inizia dagli anni Ottanta, quando realizza opere quali il Greater Columbus Convention Center (1989-93); il Koizumi Sangyo (1988-90); l'Aronoff Center, DAAP - University of Cincinnati College (1996); il Nunotani Building (1990-92) a Tokyo; il Monumento alla Shoah a Berlino (1998-2005) e l’University of Phoenix Stadium (2006, oggi State Farm Stadium).

Dei suoi molti progetti vanno inoltre ricordati "l'espansione multiblocco lungo il West Side a Manhattan (1999), la Spree Dreieck Tower di Berlino (2000), il FSM East River project a New York (2001), la nuova stazione per l'alta velocità a Napoli (2003), lo Sheikh Zayed National Museum ad Abu Dabi (2007)".

Eisenman ha inoltre sempre accompagnato la sua attività costruttiva a quella didattica, insegnando nelle principali università, tra cui Cambridge, Princeton, Harvard e Yale, dove attualmente è docente.
Membro dell'American Academy of Arts and Sciences e dell'American Academy of Arts and Letters, Eisenman si è inoltre aggiudicato moltissimi riconoscimenti di prestigio internazionali, tra i quali si ricorda nel 2001 sia la Medaglia d'Oro del New York Chapter dell'American Institute of Architects (2001) che il National Design Award for Architecture from the Cooper-Hewitt National Design Museum; il Leone d'oro alla carriera alla Biennale di Architettura di Venezia del 2004; il Premio Wolf per le Arti 2010.

Tra le sue numerose pubblicazioni, va ricordato il saggio Inside Out, Scritti 1963-1988, stampato dall'Università di Yale nel 2004 e uscito in Italia dieci anni dopo per Quodlibet, in cui vengono scrupolosamente analizzati i dettagli dei suoi molti edifici, progettati durante il periodo più importante della sua genesi poetico-costruttiva.
 
Peter Eisenman opere e progetti famosi
 
- Yenikapi Archaeological Museum and Archeo-park (con Aytac architects), Istanbul (Turchia), 2012 (progetto) - 2020 (inizio previsto dei lavori)
- Babyn Yar Holocaust Memorial Center (progetto), Kiev (Ucraina) 2019
- Hungarian Museum of Transport (progetto), Budapest (Ungheria), 2019
- Budapest South Gate (progetto), Budapest (Ungheria), 2018
- Guggenheim Helsinki Museum (progetto), Helsinki (Finlandia), 2016
- Liget Budapest House of Music (progetto), Budapest (Ungheria), 2015
- Taichung City Cultural Center (progetto), Taichung (Taiwan), 2013
- Installazione e mostra "Palladio Virtuel", Yale School of Architecture, New Haven, Connecticut (USA), 2012
- Pozzuoli Waterfront Masterplan (progetto), Pozzuoli (Italia) 2009
- Pinerba Condominium, Pinerba, Milano (Italia), 2009 - in corso
- State Farm Stadium (aka University of Phoenix Stadium), Glendale, Arizona (USA), 2006
- Memoriale dell’Olocausto, Berlino (Germania), 2005
- Mostra “Il giardino dei passi perduti”, Museo di Castelvecchio, Verona (Italia), 2004
- FSM East River Project, New York (USA), 2001
- Città della Cultura della Galizia, Santiago de Compostela (Spagna), 1999 - in corso
- The Aronoff Center, DAAP - University of Cincinnati College, Cincinnati, Ohio (USA), 1996
- Greater Columbus Convention Center, Columbus, Ohio (USA), 1993
- Nunotani Corporation Headquarters Building, Tokyo (Giappone), 1992
- Masterplan Rebstockpark, Francoforte (Germania), 1991
- Koizumi Sangyo Office Building, Tokyo (Giappone), 1990
- Video-Music Pavillon, Groningen (Olanda), 1990
- Wexner Center for the Arts, Columbus, Ohio (USA), 1989
- Biocentrum, Francoforte sul Meno (Germania), 1987
- University Art Museum, Long Beach, California (USA), 1986
- IBA Social Housing, Berlino (Germania), 1985
- Firehouse, Brooklyn, New York (USA), 1985
- House XI - Palo Alto, California (USA), 1978
- House X, Bloomfield Hills, Michigan (USA), 1975
- House VI - Frank residence, Cornwall, Connecticut (USA), 1972
- House II - Falk House, Hardwick, Vermont (USA), 1969

Sito ufficiale 

http://www.eisenmanarchitects.com

Intervista

Visentin: Il ruolo dell'architetto sembra veramente cambiato oggi. È divenuto qualcosa molto vicino allo star system. L'architetto non è più un plasmatore, interprete della società com'era 30 o 40 anni fa. Che ne pensi?

Peter Eisenman: Beh, penso che sono i media che hanno cambiato il ruolo dell'architetto. L'architetto oggi è una figura mediatica, perché i clienti oggi vogliono i media, non si interessano a ...

Visentin: Vogliono le stars!

Peter Eisenman: Vogliono i divi, non vogliono la buona architettura, vogliono dei bei divi e i media glieli danno. L'architettura è cambiata per via dei media e della loro onnipresenza.
Perciò io non penso che l'architettura sia cambiata, penso che i media abbiano cambiato il nostro modo di guardare all'architettura, perché i media possono velocemente realizzare immagini istantanee. I miei figli guardano le pubblicità perché sono veloci, corte e non hanno bisogno di mettersi fermi e seduti.
A loro piacciono tanto le pubblicità, non guardano la televisione, guardano le pubblicità. In architettura, allora - come puoi rendere bella una stanza? Perché i miei figli si chiederanno cos'è, loro vogliono tutto istantaneo. Se c'è una cultura come questa, con questi figli dei media - loro navigano in internet e spediscono messaggi istantanei.

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