03-11-2015
Appartamento R di Enrico Galeazzi. Una parete al centro.
La domanda che il giovane architetto parmigiano pone nel progettare questa abitazione è: può una parete essere la protagonista, il fulcro spaziale e funzionale, di un intero appartamento? La risposta, a quanto pare, è sì.
Nel rimodellare gli interni di questo appartamento, il giovane architetto Enrico Galeazzi aveva come obiettivo quello di realizzare un living open space, andando a coprire un pilastro portante. La soluzione, tutt'altro che banale, è arrivata nella forma di una singola parete dalla linea spezzata, la quale taglia l'appartamento. Lo stesso Enrico Galeazzi infatti afferma: «ho pensato a una parete elicoidale, quindi una presenza geometrica, ma non rigida, aperta da un lato e sfaccettata come un cristallo, che, oltre a occultare quella brutta pre-esistenza, diventa il cuore funzionale, visivo ed estetico della casa».
L'ingegnere che abita l'appartamento sognava un ambiente minimale, completamente bianco e con pochi arredi. La sua volontà è stata però mediata dall'architetto, che per scaldare l'ambiente ha proposto di rivestire la parete con listelli di rovere spessi 2mm.
Oltre a scaldare l'ambiente della zona living, interamente bianco, e a nascondere il pilastro strutturale, la parete elicoidale ha la funzione di ospitare il bagno e separare la zona giorno dalla zona notte. «C'è un dialogo tra il dentro e il fuori», spiega Galeazzi, «grazie alle finestrelle triangolari a soffitto e a pavimento, pensate per mettere in comunicazione la zona privata e la zona living». Queste aperture creano scorci luminosi mai indiscreti.
Entrando nella zona notte, ci si trova in un ambiente completamente diverso rispetto al living, anziché il bianco delle pareti le dominanti estetiche e visive diventano il parquet e il nero, presente nel vano doccia e nelle pareti del bagno privato, che si separa dalla camera matrimoniale solo grazie a una vetrata trasparente.
Francesco Cibati
Luogo: Varano de Melegari, Parma, Italia
Anno: 2015
Superficie: 110mq
Architetto: Enrico Galeazzi
Fotografie: Enrico Ferdenzi
www.cargocollective.com/enricogaleazzi
