16-01-2015

Gas Stations, architettura, metafora visiva

Il paesaggio urbano contemporaneo è sempre più ricco di spazi borderline, luoghi dove architettura e contesto si incontrano e scontrano definendo identità altre.



Gas Stations, architettura, metafora visiva Il paesaggio urbano contemporaneo è sempre più ricco di spazi borderline, luoghi dove architettura e contesto si incontrano e scontrano definendo identità altre.
Luca Mattia Minciotti con la sua macchina fotografica, è meglio dire con il suo occhio di architetto, ne ha identificato alcuni  attraverso la ricerca Gas Stations.
Qui l'architettura della sosta breve, del movimento e della ripetizione diventano l'elemento di indagine, il racconto per immagini di spazi che viviamo, anche solo per un tempo breve, ma che sono in grado di influenzare il territorio che li circonda.
Un'architettura di facciata, eppure così ripetitivamente riconoscibile.
Spazi che l'autore ci mostra senza uomo, senza autovetture, senza vita, così come si presentano nella loro nuda realtà: spiazzi lungo le arterie con un ingresso, un'uscita e un percorso quasi obbligato.
Di notte con le loro luci sfavillanti, ricche di segni comunicativi, diventano lo specchio della loro stessa esistenza, raccontando a chi guarda le immagini prodotte da Luca Mattia Minciotti quanto siano luoghi necessari, ma lontani dal contesto in cui sono inseriti.
L'autore infatti tale contesto lo esclude, lo sfuma nel buio della notte, lasciando alla nuda realtà delle pompe di benzina il fascino di una possibile poetica, forse quella della nostra contemporaneità.
La ricerca Gas Stations diventa così quasi una metafora visiva di quell'architettura che non guarda a ciò che la circonda, ma che è implosa nel proprio desiderio autocelebrativo.
 
Paolo Schianchi

www.lucamattiaminciotti.com

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