30-03-2018

MUURmelaar, edificio con soundscape di DMOA

DMOA, Maarten Houben,

Uffici, Parco urbano,

Cemento, Legno,

Lo studio di architettura belga DMOA ha realizzato il proprio ufficio nella città di Leuven, creando un'architettura interattiva dalla facciata “vivente”.



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MUURmelaar, edificio con soundscape di DMOA Lo studio di architettura belga DMOA ha realizzato il proprio ufficio nella città di Leuven, creando un'architettura interattiva dalla facciata “vivente”. Un risultato ottenuto grazie a un soundscape sviluppato insieme al Research for Design del dipartimento di architettura dell'Università di Leuven.


Progettare il proprio studio è una grande sfida per un architetto, in quanto diventa la prova tangibile del suo modo di fare e concepire l'architettura. Lo studio belga DMOA, noto per le sue residenze di grande impatto visuale in dialogo con il contesto, ha colto l'occasione e creato un edificio particolare. Una diversità che si percepisce non tanto nelle forme o nelle dimensioni, in quanto il volume si inserisce armonicamente nel sito, leggermente scosceso verso il parco, sviluppandosi in tre livelli sul fronte stradale e quattro sul lato del parco. La vera sorpresa si nasconde nella facciata laterale, quella che fiancheggia il percorso dalla strada verso il verde pubblico. In questo caso la facciata architettonica traduce i movimenti dei passanti in un paesaggio sonoro dinamico, dove suoni e ritmi coinvolgono e stimolano a interagire chi passa, come è visibile nel video: "640" height="360" frameborder="0" webkitallowfullscreen mozallowfullscreen allowfullscreen>
Una realizzazione sviluppata da Maarten Houben, studente di architettura all'Università di Leuven, sotto la supervisione del professor Andrew Vande Moere (gruppo di ricerca Research[x]Design) per la sua testi del corso Master. "Abbiamo immaginato che la stessa facciata creasse i suoni, come se i suoi materiali architettonici potessero parlare", dice Maarten Houben. Per creare questo effetto sono stati integrati strumenti nei telai delle finestre, ovvero elementi in legno come pezzi di uno xilofono gigante. Quando una telecamera, nascosta sotto il tetto a sbalzo, nota un passante, i telai delle 17 finestre equipaggiate vengono azionati ritmicamente da un piccolo martello a controllo elettronico.
MUURmelaar, che significa “il muro che mormora”, usa gli strumenti della domotica a scala urbana. Così la facciata non solo crea suoni, ma li adatta ai movimenti, alle direzioni e alle velocità dei singoli passanti, allo scopo di ottenere un'esperienza spaziale inaspettata ed emozionante.
Questa soluzione della soundscape voluta da DMOA è un successo, come racconta Benjamin Denef di DMOA: “le persone cambiano il loro percorso per vedere l'edificio. I runner fanno un piccola pausa, gruppi di bambini corrono su e giù per il sentiero. Questo è esattamente ciò che abbiamo immaginato: un elemento frivolo che diventa simbolo identificativo, creando un luogo di incontro del quartiere”.
MUURmelaar mostra le infinite possibilità delle nuove tecnologie che possono arricchire la realtà quotidiana a livello urbano, stimolando di conseguenza la creatività. Confessiamo che vorremo fare un salto a Leuven per vedere l'effetto che fa.

Christiane Bürklein

Informazioni:
www.muurmelaar.be 
Research group: http://rxd.architectuur.kuleuven.be
Architectural office: http://dmoa.be 
Location: Leuven, Belgium
Year: 2018
Images: courtesy of DMOA

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