11-06-2018

M9, la rigenerazione urbana di Venezia Mestre alla Biennale di Architettura 2018

Sauerbruch Hutton,

Alessandra Chemollo,

Venezia, Italia,

Biennale di Venezia, Musei,

Recupero,

M9 è il nome del nuovo distretto di rigenerazione urbana a Venezia Mestre progettato dallo studio berlinese Sauerbruch Hutton.



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M9, la rigenerazione urbana di Venezia Mestre alla Biennale di Architettura 2018 M9 è il nome del nuovo distretto di rigenerazione urbana a Venezia Mestre progettato dallo studio berlinese Sauerbruch Hutton. Un intervento la cui portata è testimoniata dalla sua presenza presso le Corderie dell’Arsenale, all'interno della mostra FREESPACE per la 16a Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia.


Quando si varca la soglia delle Corderie e si inizia la passeggiata attraverso il grande spazio dalla luce soffusa sono tantissimi i progetti architettonici e urbanistici che attirano l’attenzione. M9 è uno di questi, scelto dalle curatrici della Biennale Yvonne Farrell e Shelley McNamara proprio per il suo valore urbanistico in un contesto certamente non facile come è quello di Venezia Mestre.
M9 è il nuovo distretto di rigenerazione urbana a Venezia Mestre, progetto dallo studio berlinese Sauerbruch Hutton, la cui realizzazione e sviluppo sono stati affidati a Polymnia Venezia, società strumentale della Fondazione Venezia, che qui ha fatto un grandissimo investimento per il rilancio della terraferma veneziana. Non manca molto all’apertura della grande opera, prevista per il 1° dicembre 2018, che combina il museo multimediale del ‘900 italiano con innovazione culturale e tecnologica, il retail, l’intrattenimento e i servizi, in una combinazione davvero innovativa per l'Italia. Il tutto integrando soluzioni progettuali sostenibili: il 100% del calore per il riscaldamento viene prodotto grazie a pompe geotermiche che coprono anche il 40% del fabbisogno per il raffrescamento, mentre i pannelli fotovoltaici integrati nelle coperture producono 86.000 kWh di energia solare media annua.
L’intervento nel centro di Mestre è concepito quale ponte tra passato e presente e comprende sette volumi per un totale di 9.000 metri quadrati, tra cui tre nuovi edifici cdi cui quello principale dedicato a funzioni museali, il recupero di un ex convento tardo cinquecentesco e la ristrutturazione di un edificio direzionale degli anni Settanta. È così che M9 crea un dialogo con il passato, restituendo alla città un FREESPACE, ovvero un’area non del tutto valorizzata. Questo anche grazie alla grande attenzione di Sauerbruch Hutton al contesto urbano, dove il nuovo disegno della viabilità nel centro storico cittadino ricongiunge nuove parti di città, le quali prima non dialogavano o erano negate alla fruizione dei cittadini. La stessa sensibilità si esprime inoltre attraverso il rivestimento della facciata i cui 13 colori riprendono quelli del vicinato. 
Con M9 nasce una struttura la cui funzione supera quelle del museo tradizionale con una vasta offerta culturale e commerciale complementare, grazie alla quale si innesca un rapporto innovativo tra cultura e tempo libero, in un connubio a ora poco presente in Italia. M9 si può annoverare a pieno diritto tra i grandi progetti innovativi di rigenerazione urbana a livello europeo, dove la cultura nelle sue declinazioni e portata per un pubblico eterogeneo diventa il motore del cambiamento sociale.
Un’importanza sottolineata anche dalla presenza del M9 a FREESPACE per la 16a Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia, in cui è rappresentato dall'installazione OXYMORON, un caldo volume in legno a doppia altezza che ripropone alcuni elementi dell’iconica facciata colorata dell’edificio.

Christiane Bürklein

Progetto: Sauerbruch Hutton
Luogo: Venezia-Mestre
Anno: 2018
Immagini: Alessandra Chemollo
Ulteriori informazioni: http://www.m9digital.it

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