14-08-2018

Biennale Architettura 2018, il padiglione danese

Natalie Mossin,

Rasmus Hjortshoij,

Venezia, Italia,

Biennale di Venezia, Padiglioni,

Continuiamo la nostra passeggiata tra Arsenale e i Giardini della Biennale a Venezia alla scoperta delle partecipazioni nazionali.



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Biennale Architettura 2018, il padiglione danese Continuiamo la nostra passeggiata tra Arsenale e i Giardini della Biennale a Venezia alla scoperta delle partecipazioni nazionali. Il contributo danese alla 16a Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia dal titolo Possible Spaces – Sustainable Development through Collaborative Innovations è curata da Natalie Mossin.


Possible Spaces – Sustainable Development through Collaborative Innovations, così il titolo del Padiglione della Danimarca che presenta, attraverso quattro progetti selezionati dalla curatrice Natalie Mossin, l’approccio danese all’innovazione dell’architettura sostenibile. In questo contesto BLOX, la nuova sede del Danish Architecture Centre DAC (link),  funge da cornice nonché esempio virtuoso di un Freespace generoso, come inteso da Yvonne Farrell e Shelley McNamara, le curatrici della Biennale.
La mostra nel padiglione danese risponde al tema generale e si concentra sulla portata delle opportunità che si presentano quando, dinnanzi alle sfide attuali che spaziano dalla sostenibilità ambientale a quella sociale ed economica, bisogna passare dalle idee brillanti alla loro effettiva attuazione. Infatti ci sono nuove opportunità per creare soluzioni, ovvero la costruzione di possibili spazi ottenuti attraverso innovazioni collaborative, come cita appunto il titolo del Padiglione Danese. Perché un nuovo input per il mondo dell’architettura, ma non solo quello, può essere facilitato dalla collaborazione dei progettisti con professionisti di altre discipline.
In questo senso sono stati scelti i quattro progetti esposti. 
Mobility: Hyperloop One affronta la questione di come l'infrastruttura può alterare le relazioni spaziali su vasta scala. Hyperloop è un progetto di sviluppo visionario nato dalla collaborazione tra BIG e diversi stakeholder internazionali, che insieme stanno ripensando la mobilità, al fine di dimostrare una percezione radicalmente nuova dello spazio, del paesaggio, del tempo e della distanza.
New tools: K2 di CITA indaga invece le potenzialità di sviluppo di nuovi metodi di progettazione e costruzione digitali interdisciplinari. Mentre Cultural identity: Svinkløv Badehotel affronta, attraverso la ricostruzione dello storico albergo in legno bruciato nel 2016, come l’architettura può ricreare un senso di identità e di proprietà, grazie a un approccio progettuale condiviso tra developer, architetti, lo studio Praksis Arkitekter, e utenti. 
Sustainable transformation: Albertslund South mostra invece la trasformazione del parco immobiliare esistente in abitazioni moderne e sostenibili, visto che in Danimarca, come altrove in Europa, di preesistenze riutilizzabili, specialmente risultanti dagli interventi su larga scala degli anni ’60 e ‘70, ce ne sono molte. Complessi residenziali non a misura d’uomo e non più adatti alle esigenze odierne. Un esempio è Albertslund Sud dove il progetto di recupero da parte di Vandkunsten Architects dimostra come gli architetti, in collaborazione con impresari, enti locali e residenti possano riqualificare il parco immobiliare esistente per modernizzarlo e migliorarne le prestazioni ambientali.
Una caratteristica comune dei quattro progetti è che rappresentano tutti soluzioni autenticamente locali, pur dimostrando il loro potenziale in relazione alle agende di sviluppo globale che affrontano. 

Christiane Bürklein

Padiglione Danimarca
Possible Spaces – Sustainable Development through Collaborative Innovations
curato da Natalie Mossin
dal 26 maggio al 25 novembre 2018
Giardini della Biennale, Venezia
Immagini: Courtesy of DAC - (c) R. Hjortshøj
Ulteriori informazioni: https://dac.dk/en/exhibitions/possible-spaces/

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