05-08-2016

Anton Repponen, Misplaced.

Anton Repponen si definisce un interactive designer con background architettonico.



Anton Repponen, Misplaced. Anton Repponen si definisce un interactive designer con background architettonico. Vive e lavora a New York, dove ha fondato lo studio di design Anton & Irene.

Misplaced è un termine che in inglese viene definito in due modi: “incorrectly positioned”, posizionato male, e “temporarily lost”, temporaneamente perduto.
A ben vedere la ricerca fotografica di Anton Repponen copre entrambe le definizioni, in quanto ha fotografato delle architetture iconiche di New York, come il Guggenheim, le Nazioni Unite, il nuovo Whitney, per citare solo tre degli undici edifici che qui condivide con noi. Queste icone vengono da lui posizionate, con un procedimento di post-produzione, in un contesto del tutto estraneo alla loro collocazione originaria, ovvero paesaggi desolati dai colori cupi che lo stesso Repponen ha fotografato in giro per il mondo.
Un gesto apparentemente innocuo, una specie di collage il cui impatto visivo si palesa immediatamente, spiazzando lo spettatore che deve fare i conti con la sua capacità di effettuare un continuo cambiamento della prospettiva di osservazione. Perché Anton Repponen non solo sposta le architetture lontano dalla città (incorrectly positioned), ma muove qualcosa anche dentro allo spettatore che si smarrisce temporaneamente (temporarily lost) dinnanzi a queste architetture avulse dal tessuto urbano. Staccandole dal loro supporto, New York, e collocandole su altre superfici, Repponen sposta infatti il nostro punto di vista e ci coinvolge attivamente nel processo creativo.
Questo procedimento provoca un senso di straniamento tale da domandarsi se sia l'edificio fuori luogo o invece lo siamo noi, attribuendo così stabilità e durevolezza alle costruzioni e soprattutto dando per scontato l'immutabilità del contesto, ingrediente fondamentale per l'iconicità o meno di un dato progetto.
Riflessioni che nascono dopo un'attenta osservazione del progetto Misplaced di Anton Repponen perché a essere sinceri il Metropolitan Opera House non sta poi tanto male in un luogo deserto, mostrando i suoi tratti esotici, mentre The Standard Hotel ricorda, neanche tanto vagamente, una stazione lunare e l'IAC Building di Gehry invece si scopre un'ottima quinta per una sceneggiatura Sci-Fi, dove il Guggenheim si trasforma in nave spaziale.
Il progetto Misplaced di Anton Repponen è accompagnato da brevi testi scritti da Jon Earle, incipit verbali dalla vena assurda, al fine di aumentare e allargare l'incisività delle immagini. Un connubio in linea con il lavoro dello studio Anton & Irene, da anni impegnato nel design e nella Visual Communication, mostrando qui tutto il potere evocativo dell'immagine fotografica e della sua rielaborazione creativa.

Christiane Bürklein (@chrisbuerklein)

Anton Repponen
http://misplaced.design/
http://work.repponen.com/
http://antonandirene.com/

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