19-09-2018

Akihisa Hirata: Art Museum and Library Ota, Giappone

Akihisa Hirata,

Daici Ano,

Ota, Gunma, Giappone,

Musei, Biblioteche,

Vetro, Metallo,

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Con il progetto dell’Art Museum and Library di Ota in Giappone, Akihisa Hirata riqualifica l’area dell’ingresso nord della stazione ferroviaria e stimola il transito pedonale verso il centro storico cittadino.



Akihisa Hirata: Art Museum and Library Ota, Giappone L’Art Museum and Library di Ota, progettato dall’architetto giapponese Akihisa Hirata, è un esperimento che unisce la tipologia del museo con quella del centro commerciale, allo scopo di rivitalizzare il tessuto urbano nell’area della stazione ferroviaria cittadina. 
La municipalità di Ota aveva l’esigenza di spingere le persone a utilizzare durante tutte le ore del giorno l’uscita nord della stazione ferroviaria, che introduceva invece a un’area quasi del tutto priva di circolazione pedonale. Uscendo dalla stazione gli utenti si dirigevano alle automobili e si allontanavano dalla zona alla ricerca dei centri commerciali, mentre quello che è il centro storico andava via via spopolandosi. Ota è una città di 220.000 persone con un numero di passeggeri che transita per la stazione ferroviaria pari a 10.000 ogni giorno. L’architettura di confine del nuovo Art Museum and Library di Akihisa Hirata va a stimolare questo grande bacino di utenza e lo fa non semplicemente con un’offerta commerciale, come nella maggior parte dei centri di transito, ma con un obiettivo formativo, culturale che affonda le radici nella storia della città.
Questa ispirazione si concretizza in molti modi. Da un lato una ricerca dedicata a rintracciare i simboli storici della città che si prestavano a dare una definizione formale alla nuova architettura. Un simbolo è legato all’industria: in passato la Nakajima Aircraft Company, l’azienda che costruì l’aereo Nakajima, generalmente considerato il migliore caccia giapponese della seconda guerra mondiale, aveva uno stabilimento a Ota. Da questo nasce l’idea che la nuova architettura dovesse sembrare disegnata dal vento, attorcigliata su se stessa, priva di veri confini spaziali, quasi come una sorta di vortice che stimola i movimenti dei suoi utenti. Un altro simbolo è paesaggistico: il Tenjinyama kofun, un grande tumulo risalente al V secolo, ha dato l’idea che il nuovo spazio dovesse essere una sorta di monte in città, un ambiente artificiale ma ricco di percorsi esterni a più livelli, con un tetto giardino per ricollocare il terreno occupato dall’edificio.
Dal fronte storico, l’architettura è divenuta la sede di un centro di raccolta d’arte e artigianato di Ota, in cui il museo e la biblioteca che sono stati allestiti sono i depositari di oggetti e documenti sulle tradizioni e sul sapere locale, con i quali promuovono attività di tipo didattico e creativo orientate soprattutto ai più giovani. Nell’intento curatoriale come in quello architettonico, lo spazio interno risulta non parcellizzato ma fluido, anche grazie alle molte superfici vetrate. Suddiviso su tre piani a cui si aggiunge la terrazza sul tetto, offre al piano terra i locali di intrattenimento come caffè e spazi relax e man mano che si sale gli ambienti per le esposizioni, quelli per la lettura e i laboratori. Non ci sono confini e tutti gli spazi sono accessibili da più punti diversi, nell’idea che ci si muova, anche tra interno ed esterno, come se ci si trovasse in giro per la città e come se una destinazione potesse essere raggiunta per la via più breve, ma anche con piacevoli peregrinazioni tra i percorsi.
Il complesso è costituito infatti da cinque edifici singoli in cemento armato, un piccolo villaggio circondato da una pelle di vetro e acciaio sorretta da esili pilastri. I cinque box svettano culminando con il tetto giardino a cui si può accedere per la lettura e per la vista. Percorsi aggettanti creati con diverse pendenze, a congiungere i volumi e celati dalla vegetazione, fanno immaginare di salire su una montagna nel cuore della città. 
L’accesso avviene da tre ingressi, est, sud e ovest, mentre i percorsi sono completamente liberi. Al centro della pianta si trova una scala elicoidale che connette secondo e terzo piano e che costituisce un’immaginario fulcro di rotazione del “vortice architettonico”.
Tale soluzione formale e questo programma di spazi interni sono l’esito di un processo di progettazione partecipata con i cittadini di Ota che hanno risposto numerosi all’appello del sindaco. Oggi è difficile dare una definizione a questo luogo, che unisce una forte componente simbolica all’uso funzionale di uno spazio che prima non esisteva, ma era soltanto l’uscita nord della stazione di Ota. 

Mara Corradi

Architects: Akihisa Hirata
Client: Mayor of Ota
Location: Ota, Gunma, JAPAN
Structural design: ARUP
Gross useable floor space: 3152.85 sqm 
Competition: 2014
Start of work: April 2014
Completion of work: December 2016
Structure in: Reinforced Concrete and steel
Facades in: Glass
Indoor sufraces: RC, Pb
Outdoor surfaces: Glass
Photographs: © Daici Ano

http://www.hao.nu
http://www.artmuseumlibraryota.jp/

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